Un film Minecraft, di Jared Harris
Non costruisce nuovi mondi ma cala Jack Black e Jason Momoa in quelli più familiari del popolare sandbox-game. Non ha il coraggio di esplorare strade nuove e resta un’occasione persa

Non è difficile intuire quali fossero le intenzioni che hanno portato a concepire il progetto di Un film Minecraft. Il franchise di Jumanji deve aver incuriosito la Warner Bros. al punto da farle pensare che il successo della Sony potesse essere addirittura moltiplicato. Gli executive dello studio hanno fatto un calcolo matematico elementare. Cosa accadrebbe se una formula collaudata incontrasse una platea di trecento milioni di gamer che convincono i loro genitori a portarli al cinema? Sarebbe curioso conoscere la loro reazione nel momento in cui la loro congettura si è scontrata con un evento inaspettato. Il teaser del più popolare sandbox-game del mondo è stato accolto da centinaia di migliaia di commenti negativi, che provenivano per lo più dai suoi più accaniti appassionati.
Così, il blockbuster pasquale da centocinquanta milioni di dollari ha perso subito la certezza finanziaria del fandom. I motivi di tanta avversione poggiano su una chiara assenza di fedeltà. Le diverse versioni esistenti di Minecraft non hanno una storyline e i suoi due player umani hanno un nome ma non hanno un passato. I loro obbiettivi sono semplici: devono costruire cose e devono proteggersi da elementi ostili. Una scarsità di dettagli che non era compatibile con le esigenze narrative di un lungometraggio. L’affidabile popolarità di Jack Black non è stata sufficiente a superare lo shock di tutti gli user. Non è consentito avere dei personaggi arrotondati in un mondo fatto soltanto di cubi e di spigoli. Se hanno fatto questo, cos’altro saranno capaci di fare?
Il film conferma il loro sospetto che Markus Persson abbia acconsentito a sfruttare il suo videogioco come nome attrattivo. I suoi set più riconoscibili sono degli sfondi familiari per delle dinamiche completamente arbitrarie. Eppure, Un film Minecraft è un’occasione persa proprio per questo motivo. Il film non ha rispettato l’unica regola ferrea di quel mondo ma questo permetteva di infrangerne anche altre. La sceneggiatura di Chris Bowman e di Hubbel Palmer avrebbe potuto mettere qualsiasi cosa dentro al contenitore violato. Le scenografie avrebbero potuto prestarsi al gioco e inventare qualsiasi cosa con il green screen. Invece, la ricompensa visiva ed emotiva del film è decisamente limitata rispetto alla gravità dell’eresia imposta al pubblico. Purtroppo, di nuovo c’è solo il nostro mondo di una cittadina del midwest. Un’ambientazione che serve a Jared Hess per restare nella sua comfort zone della commedia di formazione.
Infatti, la lista delle licenze si allunga a due personaggi teen-ager che sostituiscono l’avatar femminile di Alex. Inoltre, lo script si concede alcuni intermezzi tra la rediviva milf Jennifer Coolidge e un villager che ha sconfinato nella nostra dimensione. Questi sacrilegi dovrebbero dare una personalità e uno spessore a delle figure impersonali che esistono solo per quello che fabbricano. Così, ecco la storia delle origini di Steve: un bambino che ha sempre sognato di fare il minatore e ha scoperto il solito cubo/chiave per un un’altra realtà. I suoi più sfrenati sogni edili si realizzano in un mondo di infinite possibilità, ma durano soltanto i cinque minuti del prologo. È questo il tempo cinematografico che il film riserva a tutta l’ideologia che sta dietro ad un sandbox-game.
Un film Minecraft ritiene che la carta più importante da giocarsi sia la possibile sintonia tra Jack Black e Jason Momoa. Infatti il personaggio affidato all’attore hawaiano introduce una certa nostalgia per la narrativa degli arcade degli anni Ottanta. La star è un campione del mondo di un picchiaduro di trent’anni fa, congelato nel passato e caduto in disgrazia. Quindi, il gruppo di eroi si ritrova nell’Overworld e la prima creatura che incontra è una pecora rosa. Inevitabilmente, la sua mentalità di giocatore del passato lo porta a pensare che l’animale sia un quest-giver. Le evoluzioni della storia evidenziano di continuo la sua incongruenza in un mondo che ha delle regole diverse. Tuttavia, il film gli dà ragione e ammette che non potrebbe esistere senza una missione assegnata ai personaggi e ai loro antagonisti.
Le gag tra i due si reggono sull’efficienza dei loro corpi nel contesto di un mondo un mondo alterato. Per fortuna, almeno questa scommessa riesce e regala dei momenti di grande divertimento. La sicurezza del goffo Jack Black e l’inettitudine della sua colossale controparte vengono messe alla prova nelle situazioni più comuni di un film adventure/fantasy. Il plot introduce un villain funzionale ma poco memorabile: una perfida piglin che tenta di elevare il Nether a mondo dominante del gioco. Tuttavia, il film non abbandona mai un terreno sicuro e si guarda bene dall’esplorare le sue opportunità con maggiore coraggio. La morale di fondo tenta di spronare lo spirito creativo di Henry, un ragazzo la cui intraprendenza pionieristica viene sempre frustrata dalla scuola. Si può dire che la visione di Un film Minecraft non ha dato il buon esempio, a parte le belle parole.
Titolo originale: A Minecraft Movie
Regia: Jared Hess
Interpreti: Jack Black, Jason Momoa, Emma Myers, Danielle Brooks, Sebastian Hansen, Jennifer Coolidge, Amanda Billing
Voci: Rachel House, Jemaine Clement
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Durata: 101’
Origine: USA, 2025