"Un segreto tra di noi", di Dennis Lee

Tentativo goffo e malriuscito di confezionare un melodramma con al centro una “dysfunctional family”, tra Sirk (nelle probabili intenzioni del regista) e un certo tipo di cinema indipendente degli ultimi 15 anni. Dopo un paio di sequenze iniziali che illudono, ci si rende quasi subito conto che la struttura narrativa e gli intrecci familiari che dovrebbero sostenerla sono latenti e impacciati

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Ambientato in un ipotetico e impreciso Midwest ma girato in Texas, Un segreto tra di noi è  l’esordio  al lungometraggio di Dennis Lee. Presentato fuori concorso alla 58°Berlinale, è un tentativo goffo e malriuscito di confezionare un melodramma con al centro una “dysfunctional family”, tra Sirk (nelle probabili intenzioni del regista) e un certo tipo di cinema indipendente degli ultimi 15 anni. Dopo un paio di sequenze iniziali che illudono (in particolare la scena-flashback  del viaggio in macchina di Michael bambino con i genitori), ci si rende quasi subito conto che la struttura narrativa e gli intrecci familiari che dovrebbero sostenerla sono latenti e impacciati. Lo schema del “ritorno a casa” con relativi imprevisti drammatici e conseguenti rivelazioni del passato che torna a galla, non trova né la logica necessaria per trasformarsi in un vero melodramma, né “l’anima” che potrebbe renderlo speciale. La storia non scorre, sembra ristagnare in una serie di immagini unidimensionali e di dialoghi poveri di personalità. I caratteri dei protagonisti sono solo accennati e risultano acquarellosi e sfuggenti.

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Sfuggente sembra, in verità, tutto il film, nel senso che durante la visione si ha sempre la sensazione che qualcosa sia sfuggito o che stia per arrivare. Ma non è così. Sembrano mancare dei pezzi, delle connessioni. Manca il cuore a questo film, e non solo a livello emotivo,  anche a quello logico. Tant’è vero che ci si chiede se il problema non sia stato in fase di montaggio, dove qualcosa è stato dimenticato o omesso. Il “segreto” tanto atteso del titolo italiano è inconcludente se non addirittura inesistente. Il dramma pseudo-edipico che dovrebbe essere il fulcro del film e  il rapporto irrisolto tra Michael e  suo  padre, sembra una scusa per assemblare le immagini attorno a un’ idea debole e oscillante.

Dennis Lee dice di aver cominciato a pensare alla sceneggiatura dopo aver visto Conta su di me. Ma Un segreto tra di noi non ha niente della grazia malinconica e minimalista del film di Lonergan. Qui Lee può contare su un cast di attori da record al botteghino, in quella che sembra ormai una prassi consolidata per un certo tipo di cinema “indipendente” americano,  ma  questo non aiuta il suo film ad uscire dalla palude. Anzi. Gli attori sembrano impantanati in personaggi che vagano sullo schermo senza ragione. Willem Dafoe (Charles Taylor) e Julia Roberts (Lisa Taylor) sono coerenti nel loro ritratto della coppia genitoriale agli antipodi, ma  non riescono a dargli spessore. Emily Watson (Jane, la sorella minore di Lisa) alle prese con lo stereotipo della casalinga-ex-adolescente-ribelle, non può regalare al suo personaggio un passato che è solo accennato in maniera superficiale ed inesauriente. Ryan Reynolds (Michael, il presunto protagonista) è immobile e Carrie-Ann Moss (Kelly, la moglie ex-alcolizzata) sembra catapultata senza motivo direttamente da un altro film, sorta di insensata “deus ex machina”. Una nota di profondità riesce a darla solo il giovanissimo Cayden Boyd che, alle prese con i flashback di Michael adolescente, è sorprendentemente toccante e vero.

Titolo originale: Fireflies in the Garden

Regia: Dennis Lee

Interpreti: Julia Roberts, Willem Dafoe, Ryan Reynolds, Emily Watson, Carrie-Ann Moss, Hayden Panettiere, George Newbern, Cayden Boyd, Shannon Lucio, Chase Ellison

Distribuzione: Medusa

Durata: 120’

Origine: Usa, 2007

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