Un uomo chiamato Scott, di Robert Alexander

Incentrato sulla carriera del rapper di Cleveland, il documentario ritrae il cambiamento umano ed artistico di un’intera generazione musicale e non solo. In streaming su Amazon Prime Video

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Nelle sue continue evoluzioni l’hip hop ha ampliato sempre di più il suo già vasto immaginario. Nuovi stilemi spesso contrapposti alla concezione musicale precedente. Forse l’esempio per eccellenza di questi scontri fu la guerra discografica tra Kanye West e 50 Cent nel 2007. Se quest’ultimo con l’album Curtis proponeva ancora delle sonorità e dei testi legati al sottogenere del gangstarap e alla rivendicazione sociale, con Graduation West si interrogava sul proprio essere, andando a decostruire la figura urbana e violenta del rapper, rendendolo un soggetto emotivo e perennemente in lotta con i propri sentimenti. L’anno successivo a questa grande lotta commerciale e artistica, con il disco di Kanye che ebbe la meglio su quello di 50 Cent, un artista all’epoca emergente, con il singolo Day ‘n’ Nite non solo poneva inizio alla sua carriera ma si dichiarava portatore dell’analisi interiore del rapper/essere umano nel genere. Quest’artista è Kid Cudi.

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Il documentario Un uomo chiamato Scott, diretto da Robert Alexander, vuole ritrarre, attraverso la carriera di uno dei profili più influenti dell’hip hop mondiale, il cambiamento umano ed artistico di un’intera generazione musicale e non solo. In questo racconto di redenzione il cantante si trova in luoghi spogli, come dei set da allestire, circondato talvolta dai suoi “cloni” che si muovono all’interno di questi spazi senza uno scopo e direzione precisa. Delle vere e proprie proiezioni. Una decisione narrativa che sembra voler andare oltre il ritratto umano di Kid Cudi, per farsi incarnazione del suo inconscio. Il vuoto e l’assenza ci permettono di rapportarci senza filtri con il lato nascosto ed emotivo dell’artista, spesso restio dal confessarsi pienamente ma lucido nel raccontare il suo rapporto con il successo e le turbolente responsabilità e conseguenze che ne derivano. Infatti il documentario targato Amazon non si fa scrupoli a cercare di entrare nei turbamenti e nelle vicende dolorose di Cudi, cercando di illustrare allo spettatore un ritratto veritiero.

Nell’ampliare la veduta sul rapper di Cleveland, Alexander si avvale delle testimonianze dei suoi colleghi ed amici. Anch’essi inquadrati all’interno di spazi vuoti ed asettici, oltre a raccontare il legame con Scott si lanciano a descrivere la loro visione sulla musica. In queste testimonianze si evince non solo il grande impatto della produzione di Cudi sulle loro carriere, ma anche la sua forza ispiratrice, capace non solo di espandersi in contesti diversi ma anche di far comunicare generazioni temporalmente lontane.

Titolo originale: A man named Scott
Regia: Robert Alexander
Interpreti: Kid Cudi, Kanye West, Shia LeBouf, Timothee Chalamet, ASAP Rocky, Schoolboy Q, Jaden Smith; Willow Smith
Distribuzione: Amazon Prime Video
Durata: 95′
Origine: USA, 2021

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
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