"Una donna x la vita", di Maurizio Casagrande


Nel 2012, a cinquanta anni d’età, deve  essere scattato qualcosa in Maurizio Casagrande, noto interprete napoletano, per spingerlo al grande passo verso la regia. Usando come scusa la voglia di raccontare una storia autobiografica, l’attore si è nascosto dietro un titolo dagli sconclusionati e insensati rigurgiti giovanilistici per regalarsi finalmente un posto al sole. Casagrande mette il suo protagonista al centro di un triangolo amoroso e lo fa diventare il fulcro e l'eroe di tutte le gag delle pellicola, costruendo cosi intorno al suo ruolo simbolo un film che gli permetta di diventare per una volta il protagonista

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una donna x la vitaAnni fà il cantante Daniele Silvestri scrisse per Mina un brano particolare, "Il secondo da sinistra", che elogiava gli "sfondisti", ovvero quelle persone che nella vita preferiscono rimanere  sempre sullo sfondo piuttosto che ergersi a protagonisti. Applicando questa definizione al cinema italiano, specie nel genere comico, di “sfondisti” possiamo riconoscerne moltissimi, tutti onesti professionisti della recitazione che, nonostante anni di carriera tra cinema e teatro, rimangono schiacciati dalla presenza di un capocomico istrionico che si prende tutta l’attenzione su di sé. Maurizio Casagrande, noto interprete napoletano è un esempio chiaro di questa categoria. Famoso soprattutto per essere una presenza fissa nelle pellicole del suo amico Vincenzo Salemme (simbolo più eclatante del mattatore che fa suo il film con una recitazione comica esagerata e abbondantemente sopra le righe) spesso nel ruolo dell’uomo incolore e pedante, recitando le tante sfumature della stessa macchietta dell’uomo pignolo, quasi sempre impiegato statale, dalle vedute ristrette e un po’ pavide. A differenza di Carlo Buccirosso, altro sodale di Salemme che già da tempo ha trovato una via di fuga tra Sorrentino e i Vanzina,  Casagrande è sempre rimasto fedele concedendosi qualche “scappatina” solo con serie televisive famigliari (dove comunque interpretava sempre lo stesso “noioso” personaggio). 

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Nel 2012, a cinquanta anni d’età, deve essere però scattato qualcosa nel Casagrande artista fino a spingerlo al grande passo verso la regia. Usando come scusa la voglia di raccontare una storia autobiografica, l’attore napoletano si è nascosto dietro un titolo dagli sconclusionati e insensati rigurgiti giovanilistici (la ics che sostituisce la congiunzione "per", come nei peggiori sms) per regalarsi finalmente un posto al sole. La trama del suo film lascia a desiderare: un portiere d’albergo dopo anni di fidanzamento decide di lasciare la sua insopportabile compagna e inizia una storia d’amore da sogno con una donna meravigliosa. Come potete aver letto non è niente di originale, ma è comunque il canovaccio ideale per permettere al regista di realizzare il proprio progetto. Casagrande, infatti, è ben consapevole di non poter interpretare qualcosa di diverso da quello che ha fatto per anni  quindi, con molta coerenza, non rinnega anni di carriera e costruisce intorno al suo ruolo simbolo un film che gli permetta di staccarsi dallo sfondo e diventare per una volta, finalmente, il protagonista. In questo omaggio per il personaggio che da anni gli permette di avere comunque una sorta di successo e notorietà, Casagrande mette il suo Maurizio (da notare la scelta del nome che accresce la sovrapposizione attore-ruolo) al centro di un triangolo amoroso dove ben due donne (Sabrina Impacciatore e Margareth Madè) lottano per averlo e lo fa diventare il fulcro e l'eroe di tutte le gag e situazioni comiche della pellicola. Funzionale da questo punto di vista la scelta di Neri Marcorè (a scapito di qualche comico televisivo affamato di cinema) che, con recitazione e buon gusto, si adatta al ruolo di spalla non cercando mai né di rubare la scena né di strafare.

 
 
Il Casagrande regista inoltre, sentendo la responsabilità, cerca più di una volta di osare dietro la macchina da presa. Se è vero che la maggior parte delle situazioni comiche sono girate con approssimazione e senza tempi comici (eppure il personaggio di Mattioli, totalmente non-sense, è geniale) in alcune scene si cerca, con dei tentativi anche maldestri, ma comunque ammirevoli, di portare sullo schermo due e tre idee di regia divertenti come i montaggi accelerati delle notti insonni passate dal protagonista. In più degna di nota è l’incredibile scena del dialogo con l’agente immobiliare, dove Casagrande arriva a citare spudoratamente addirittura l'interrogatorio iniziale di Blade Runner. E qui, a differenza di un Ezio Greggio qualsiasi e dei suoi film citazionistici/parodistici, proprio per lo spaesamento dell’attore/regista (che arriva a sbottare “ma che film stiamo facendo?”) la scena diverte. Anche per merito della partecipazione di un Salemme che, forse per sdebitarsi con il suo collaboratore di una vita, recita con misura e talento ed è finalmente efficace. 

 

 

 

Regia: Maurizio Casagrande
Interpreti: Maurizio Casagrande, Neri Marcorè, Sabrina Impacciatore, Margareth Madè, Vincenzo Salemme, Biagio Izzo, Alena Seredova, Maurizio Mattioli, Simona Marchini, Pino Insegno
Origine: Italia, 2012 
Distribuzione: Medusa
Durata: 91'
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