87 ore. Gli ultimi giorni di Francesco Mastrogiovanni, di Costanza Quatriglio

L’occhio meccanico delle telecamere di sorveglianza diventa l’occhio partecipato della cinesta quando mostra la drammatica vicenda di Francesco Mastrogiovanni. In sala oggi

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Dal 31 luglio al 4 agosto 2009. 87 ore di una drammatica agonia, con le immagini delle telecamere di sorveglianza già trasmesse ininterrottamente in streaming dal sito de L’espresso. Il caso è quello del maestro elementare Francesco Mastrogiovanni, 58 anni, che era stato prelevato dai Carabinieri dalla spiaggia del campeggio Club Costa Cilento – Marina Piccola, mentre faceva il bagno. La sera prima aveva manifestato delle anomalie compoertamentali; era stato infatti accusato di aver guidato, la sera prima intorno alle 23.30, ad alta velocità nella zona di Acciaroli e di aver tamponato alcune vetture la mattina stessa. Condotto nel reparto psichiatrico dell’ospedale S. Luca di Vallo della Lucania (in provincia di Salerno) dove è stato sottoposto a TSO. Legato ad un letto ai polsi e le caviglie, è stato dichiarato morto dopo 4 giorni.

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Questi sono i fatti. E in quest’ultimo sconvolgente lavoro di Costanza Quatriglio non sono soltanto le riprese delle telecamere che segnano il tempo di questa tragica vicenda. C’è il mare all’inizio, come a rappresentare l’ultimo residuo di libertà prima di una chiusura opprimente, simboleggiata anche da quella porta gialla con il vetro verniciato di bianco dove il maestro era rinchiuso.

Potrebbe esserci una claustrofobia alla Samuel Fuller (I corridoi della paura) se tutto invece non fosse drammaticamente vero. La successione di quelle immagini, già scandite da un montaggio dove le ellissi temporali non integrano minimamente la drammaticità di quello che è accaduto, oltre ad essere un mirabile lavoro di sintesi, rappresentano il modo integro, pulito, di come il cinema può rialimentarsi attraverso immagini preesistenti e mostrate sotto la stessa angolazione che però in questo caso assumono un nuovo significato.

87 oreDocumentario, fim inchiesta, thriller/horror. 87 ore è tutto questo insieme. Con i rumori sordi, con le immagini senza commento, ma poi anche con le parole della nipote Grazia Serra che disegna, con le sue parole, un altro film parallelo e sovrapponibile di questo calvario. Dove l’occhio meccanico diventa poi l’ochio vitale, il punto di vista è nitido e non ammette ambiguità.

È un materiale profondamente sentito proprio nell’atto in cui viene mostrato da parte dello sguardo di Costanza Quatriglio. Dove la denuncia ancora attraverso gli spazi chiusi: il laboratorio di chimica di Con il fiato sospeso, la fabbrica tessile a New York del 1911 e il crollo della palazzina a Barletta nel 2011 di Triangle. Un cinema che racconta di morti innocenti dandogli voce. Ma anche un cinema miracolosamente smaterializzato, non otturato da troppe testimonianze o parole. C’è invece un consapevole lavoro sui materiali che soprattutto in questo lavoro raggiunge un esemplare equilibrio. Tra l’oggettività di quello che è rappresentato e la nascosta, ma potente partecipazione di chi lo mostra.

Oggi 87 ore esce in sala. Verrà poi trasmesso su Rai 3 il 28 dicembre.

Regia: Costanza Quatriglio

Distribuzione: Cineama

Durata: 75′

Origine: Italia 2015

 

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