Una famiglia mostruosa, di Volfango de Biasi
Una commedia atipica rispetto al panorama cinematografico italiano. Tra mostri reali ed immaginari a volte funziona mentre in altri momenti è un po’ banale.
Il cinema italiano (specialmente comico) ha bisogno di sperimentazioni e ibridazioni e il fatto che certi autori ci provino è già un punto di partenza. Una famiglia mostruosa rappresenta proprio per questo un esperimento interessante, anche se la comicità in quanto tale a volte può risultare un po’ banale. Il film di de Biasi mescola comicità e paura. Al centro della storia ci sono due famiglie decisamente molto diverse fra loro. Il motivo dell’incontro/scontro? Un matrimonio riparatore: i figli delle due coppie aspettano infatti un bambino.
Luna e Adalberto si innamorano come una qualsiasi coppia normale e la ragazza rimane incinta. Questo avvenimento cambierà da subito le carte in tavola, costringendo entrambi a dover nascondere la verità sulla propria famiglia, che comunque verrà inevitabilmente fuori. Arrivati a questo punto potrebbe sembrare di essere davanti ad una classica commedia nello stile di Ti presento i miei. Ma è sin dal momento in cui sentiamo Adalberto parlare ad un gatto (la cui voce è di Paolo Ruffini, che nel doppiaggio si affianca allo “specchio” di Massimo Lopez) che comprendiamo che in casa del ragazzo sono nascosti segreti di tipo soprannaturale. Si tratta infatti una famiglia di mostri, capitanata dal vampiro Vladimir (Massimo Ghini) e dalla strega Brunilde (Lucia Ocone), genitori anche di una ragazzina vampiresca e tutta pepe, Salma/Salmetta (Sara Ciocca). A completarla Paolo Calabresi nel ruolo di Nanni, un uomo privato del cervello a causa dell’amore, che parla in un grammelot tutto suo, la cui testa ricucita è un chiaro omaggio al romanzo di Mary Shelley, addirittura palesata dall’organo sostitutivo inviatogli da Victor Frankenstein in persona (trovata piuttosto discutibile). Dall’altra parte una famiglia di mostri “reali”, quella formata dalla coppia Lillo- Ilaria Spada, coatti che più coatti non si può, truffatori fino al midollo e genitori distratti di Luana (vero nome di Luna) e del piccolo Ivano (Vincenzo Sebastiani). Un padre e una madre talmente scomodi che Luna/Luana preferisce far credere che siano morti, mentendo nello stesso modo in cui Adalberto mente sulla sua natura di licantropo.
Sono quindi addirittura quattro le generazioni, poiché si parte dalla preadolescenza dei piccoli delle due famiglie, passando per la giovinezza di Luna e Adalberto e l’età adulta delle coppie di genitori, fino ad arrivare alla vecchiaia, con la magica coppia di nonni letteralmente “più di là che di qua” formata da Barbara Bouchet e da Pippo Franco. Ci sono momenti divertenti come le versioni “mostruose” di Amazon (Monstrazon) e Instagram. Su Monstagram, sul quale la giovane Salma passa la maggior parte del suo tempo come una qualsiasi ragazza della sua età, sono i teschi a sostituire i like e questi hanno lo scopo di indicare la “mostruosità” dei contenuti, come spiega lei stessa al piccolo Ivano. Quest’ultimo non aspetta altro che la sua nuova amica lo morda, facendolo diventare un vampiro (opzione evidentemente preferibile a quella di continuare a vivere con i suoi sgangherati genitori).
Una famiglia mostruosa è quindi senza dubbio un film per famiglie, fruibile anche da un pubblico adulto, che sicuramente capirà molto meglio certe battute fatte ad hoc soltanto per certe fasce d’età. L’opposizione fra questi due mondi, entrambi mostruosi a modo loro, scardina tutte le certezze dei protagonisti e finisce per lasciare con una morale ammiccante all’accettazione della diversità. Nonostante entrambe le famiglie siano estremamente stereotipate e quindi poco funzionanti se prese singolarmente, è l’idea di unirle ad essere vincente. Siamo di fronte ad un’accozzaglia di generi e contaminazioni ma, anche se in un equilibrio un po’ precario, l’impalcatura riesce a non cadere.
Regia: Volfango De Biasi
Interpreti: Cristiano Caccamo, Emanuela Rei, Massimo Ghini, Lucia Ocone, Paolo Calabresi, Sara Ciocca, Lillo, Ilaria Spada, Barbara Bouchet, Pippo Franco
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 95′
Origine: Italia, 2021