Una figlia, di Ivano De Matteo

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Corso estivo di MONTAGGIO, dal 22 luglio

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Meno epidermico e più cerebrale rispetto a Mia, riesce però a insinuarsi con inquietudine irritante sottopelle anche grazie allo sguardo sofferto e mai giudicante del regista.

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Roma è una città che, si sa, ha una stratificazione topografica varia come quella di una regione. All’interno dello stesso municipio basta scavallare un ponte, un isolato, anche solo una strada e cambia tutto. Via Pietro Frattini e via Luigi Magrini fanno parte, ad esempio, dello stesso quartiere, Ostiense in questo caso, eppure hanno microcosmi sociali diversi, quasi speculari. Dopo aver raccontato l’amore tossico di Mia ambientando il film nella parte più popolare dell’undicesimo municipio della capitale, ecco che De Matteo – anche questa volta insieme alla sceneggiatrice e compagna di vita Valentina Ferlan – sceglie di spostarsi di pochi chilometri per una delle operazioni più interessanti compiute singolarmente da un autore del cinema italiano nel recente passato. Una figlia entra nella villetta borghese – con domestica filippina annessa e agenzia immobiliare di proprietà sita nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele – di Pietro (Stefano Accorsi), della compagna Chiara (Thony) e della figlia dell’uomo, la diciassettenne Sofia (Ginevra Francesconi). La convivenza tra i tre membri della famiglia è problematica per la tensione che l’adolescente prova nei confronti della donna che, a suo modo di vedere, si è intromessa in casa prendendo il posto dell’amata madre, morta cinque anni prima per malattia. Al regista romano, in questo senso, basta una sola scena, la prima, per creare una tensione interna destinata inevitabilmente a crescere. Poco prima dei titoli di testa la ragazza infatti, insonne per gli incubi provocati dal lutto non superato, si sveglia nel cuore della notte e, vagando per casa, senti i gemiti di piacere del genitore e della compagna.


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Una figlia ci mette quindi poco a suggerire la lesione psicologica e caratteriale che sussiste tra Sofi e Chiara, badando però con accortezza a non sovraccaricare il conflitto. Ecco che quando una sera come tante le due si scontrano nella cucina, la coltellata inferta dalla ragazza alla donna arriva anche nel cuore dello spettatore, chiamato adesso a reagire nonostante la (voluta) poca emotività prodotta dal lungometraggio.

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Il ritmo di Una figlia, rispetto al più partecipato Mia che mostrava l’inabissamento della protagonista nella relazione tossica col suo fidanzato, è difatti più asettico, quasi documentaristico nelle evoluzioni del rapporto che il padre ha nei confronti di una figlia che col suo atto omicidiario sembra averlo voluto punire per aver trovato la felicità (“Quello che lei ha fatto l’ha fatto a me“). L’alternanza tra il percorso compiuto dalla giovane e il cammino espiativo fatto dall’uomo viene sempre condotta a bassi decibel empatici, senza picchi di coatto ed esibito moralismo in una storia che poteva facilmente rischiare il pietismo o il suo opposto, l’eccitabilità popolana e populistica (i brevi accenni alla, purtroppo scontata, mediatizzazione true crime).

Meno epidermico e più cerebrale rispetto al suo predecessore, Una figlia riesce però a insinuarsi con inquietudine irritante sottopelle, postulando inoltre in maniera chiara e mai compromissoria l’idea che la risposta alle tragedie personali sia anche e soprattutto questione di ceto sociale. Il suicidio di una quindicenne di una casa popolare e l’omicidio perpetrato da una cavallerizza diciassettenne dell’Ostiense bene esigono quindi due film diversi. Che il secondo sia meno accessibile ma più complesso è un ulteriore nota antropologica di merito sullo sguardo sofferto e mai giudicante di De Matteo.

 

Regia: Ivano De Matteo
Interpreti: Stefano Accorsi, Ginevra Francesconi, Michela Cescon, Thony, Toni Fornari, Beatrice Puccilli, Barbara Chiesa, Anita Pititto, Gabriella Govorusic, Sasha Mishelle Almeida Canales, Nicolò Bassani, Emma Mancinelli, Samuel Franzese, Loredana Di Martino, Emanuela Fresi, Cecilia Di Giuli, Veruska Rossi, Milena Mancini
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 103′
Origine: Italia, 2025

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
Sending
Il voto dei lettori
2.29 (7 voti)
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