Una pelicula sobre parejas, di Natalia Cabral e Oriol Estrada

Natalia Cabral e Oriol Estrada, riescono a coniugare con arguta efficacia una riflessione sul mestiere del documentarista e sulla loro vita reale. In concorso al Festival del Cinema di Roma 2021.

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Filip Mosz, il protagonista de Il cineamatore diretto da Kieślowski nel 1979, dopo i suoi dignitosi successi, stanco di filmare le persone, gira la camera su di sè come se volesse fare i conti con sé stesso, le sue passioni, i suoi dubbi e al tempo stesso interrogarsi; così fanno anche Natalia Cabral e Oriol Estrada nel loro nuovo film Una pelicula sobre parejas, presentato in concorso alla 16esima edizione del Festival del Cinema di Roma. I registi, coppia per professione ma anche nella vita reale, interpretano sé stessi citandosi con frequenti battute dalle sfumature alla woody allen: “Un’inquadratura inutile, ma con venature metaforiche, piacerà sicuramente alla critica europea”.

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Una pelicula sobre parejas è un docufilm che omaggia il cinema d’autore; cita Wiseman, Apichatpong e Ozu e ci conduce dalle parti di Storia di un matrimonio di Baumbach ma anche da quelle ancor più nobili di Effetto Notte di Francois Truffaut, il cui pensiero potrebbe essere la sintesi dell’ opera: “All’inizio di un film – diceva infatti Truffaut – uno spera di fare un bel viaggio, poi comincia a domandarsi se arriverà a destinazione”.

Il film racconta la storia di Natalia e Oriol, una coppia di registi trentenni con una figlia piccola di nome Lia. Un giorno ricevono un’offerta per dirigere un documentario e decidono così di fare un film sull’amore di coppia. Mentre procedono con le riprese, e con le difficoltà del progetto, le discussioni tra loro aumentano. Portare a termine il documentario sarà l’occasione di rimodellare l’amore che li unisce e l’amore che hanno per il cinema.

I due registi dominicani di Tú y Yo (2014), El sitio de los sitios (2016) e Miriam miente,(2018), si sono precedentemente confrontati con le tematiche del razzismo e dei conflitti di classe della Repubblica Dominicana. Con Una pelicula sobre parejas scelgono di giocare sui toni della commedia leggera realizzando un docufilm che racconta, attraverso sè stessi, l’universale tema dell’amore di coppia. In un un intreccio tra il nostro e il loro film ci muoviamo nei Barrios e nelle zone più depresse della città di Santo Domingo. Abitazioni precarie, coppie che fanno fatica a raccontarsi a conferma del pensiero espresso da Oriol in una delle sequenze iniziali: “Le persone ridono e non dicono mai la verità. La maggior parte di loro recita una parte.”

Allo stesso tempo i registi si spogliano completamente tra le mura della propria abitazione. Li vediamo a letto, alla postazione di montaggio, al parco, nella vasca da bagno mentre fanno il bagnetto a Lia. Entriamo gradualmente nella loro vita. Inquadrature fisse e una fotografia realista mettono in scena il loro modo di vivere. Ci viene mostrato l’iter creativo e domestico attraverso l’ideazione del loro nuovo film che privilegia l’immediatezza della scena rubata all’insegna del reportage giornalistico. Un metodo i cui pregi si riveleranno presto, per il loro film, il rovescio dei difetti: da una parte infatti c’è sincerità, gusto dell’osservazione, inventiva; dall’altra ci sono i ritmi slenti, divagazioni, scene inutili (quella dell’inquadratura sul cactus è una delle scene più satiricamente riuscite), ma soprattutto l’ossessiva ricerca di un conflitto che, non essendo scritto sulla carta (i due filmano senza sceneggiatura) stenta ad arrivare. Ma il cinema è conflitto, ed ecco che, sotto la pressione di un progetto complicato ed ambizioso, che li porta al culmine della competitività, fingono una resa fino a farla sembrare autentica, veicolando il nostro film ad un punto di crisi quasi annunciato.

Natalia Cabral e Oriol Estrada riescono a coniugare con arguta efficacia una riflessione sul mestiere del documentarista con un tocco sempre trattenuto, brillante e riflessivo, ironico e insieme dolce. Un passo a due suadente che risponde perfino alla domanda del sopra citato maestro Truffaut e che, nonostante le difficoltà che si intersecano tra finzione e realtà, arriva a destinazione.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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