Una sconosciuta, di Fabrizio Guarducci

Un film che perde, fin dalle prime battute, le coordinate della propria essenza come opera cinematografica. Un progetto tanto ambizioso, quanto mal costruito. Tratto dall’omonimo romanzo.

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Una città deserta, orfana di Fellini, e di un benessere che è ormai un lontano ricordo. L’alone di mistero che ha avvolto Chianciano e le sue terme sembra essersi perso da tempo. Una sconosciuta, adattamento cinematografico dell’omonimo libro scritto da Fabrizio Guarducci, cerca in tutti modi di riportare alla luce questa pura condizione di benessere collettivo. Una ripresa sociale che non può che essere metafora della ripresa post-covid, con la quale tutta l’Europa sta facendo i conti nell’ultimo periodo.

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Un risveglio che si realizza attraverso una ritrovata socialità e un ritorno al dialogo tra cittadini.

Il deus ex machina nel film di Guarducci (che adatta così il suo stesso romanzo) è una donna sconosciuta e avvolta da un alone luminoso che trasmette a chi la circonda. Il suo sorriso contagioso vale più di mille parole e, a poco a poco, la sua presenza al bar del paese spinge i cittadini a ripopolare le strade di quella che era diventata una città fantasma.

Tra i “contagiati”, c’è Daniele. Un uomo distrutto dalla perdita della figlia ma che, come tutti in paese, riesce a rialzare la testa e affrontare per la prima volta i suoi demoni. Lo spettatore viene guidato all’interno della vicenda attraverso il racconto che lo stesso Daniele fa alla madre di sua figlia, tornata a trovarlo dopo essersi rifugiata anni prima a Parigi dopo la scomparsa della piccola.

L’obiettivo è quello di ritrovare nella comunione sociale il senso dell’esistenza umana ma per quanto nobile sia, il film di Guarducci perde, fin dalle prime battute, le coordinate della propria essenza come opera cinematografica. Minuto dopo minuto, l’atmosfera patinata, i dialoghi riempiti di frasi fatte e le innumerevoli citazioni shakespeariane fuori luogo svelano le crepe più grosse di un progetto ambizioso, quanto mal costruito. Da rivedere anche le interpretazioni degli attori che sottolineano ancora di più, loro malgrado, una scrittura decisamente inadatta per il grande schermo.

 

Regia: Fabrizio Guarducci
Interpreti: Sebastiano Somma, Sandra Ceccarelli, Desirèe Noferini, Andrea Muzzi, Dario D’Ambrosi, Morgana Forcella, Stefano Molinari, Gianni Poliziani
Distribuzione: Fair Play
Durata: 75′
Origine: Italia, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1.5
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Il voto dei lettori
3.33 (9 voti)
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