"Un'estate al mare", di Carlo Vanzina
E’ il cortocircuito continuo tra set e quinta, a fare scoccare la scintilla delle accensioni più forti di questo nuovo film dei Vanzina, un ribaltamento reiterato nei confronti dei ‘confini della finzione’, per cui tutti i personaggi dei sette episodi mettono in scena la propria arte del recitare – proprio come nei film-rivista di Mario Mattoli come I pompieri di Viggiù. E l’apparizione finale del palcoscenico teatrale, dove Gigi Proietti si produce in un micidiale numero di farsa comica, clamorosamente porta a compimento tutto il gioco di rimpalli.
Gigi Proietti entrando in scena nell’allestimento in costume
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In Un’estate al mare manca il mare. Mai che nessuno dei personaggi, nemmanco qualcuna delle bellone protagoniste, si faccia un tuffo in acqua, un bagno, una nuotata. Il mare resta lì come sfondo (e nemmeno in tutti gli episodi) – come quinta. E’ proprio il cortocircuito continuo tra set e quinta, a fare scoccare la scintilla delle accensioni più forti di questo nuovo film di Carlo ed Enrico Vanzina, che perde consapevolmente parte della meravigliosa deriva, quello slittamento dello sguardo che punzecchiava l’occhio che non lo riusciva a registrare, degli ultimi liberissimi Olé e ori continuano a ripetere, lo deve per quanto si dimostra vicino ai film-rivista di Mario Mattoli come I pompieri di Viggiù e Il più comico spettacolo del mondo: pellicole che assemblavano gioiosamente irresistibili numeri di varietà e avanspettacolo. In quest’ottica, l’episodio con i due amanti, Brignano ed una sorprendentemente efficace Nancy Brilli, chiusi nell’ascensore, è rivelatorio: completamente basato sulla bravura degli interpreti, è costretto ad un inamovibile campo medio dall’angustia del set. Lontano, su di uno yacht ancorato al porto di San Felice Circeo, i rispettivi coniugi rendono pan per focaccia ai due fedifraghi intrappolati – e tra l’altro, questa sorta di contrappasso è comune ai finali di tutti gli episodi, come fossero quasi parte di una delle raccolte di Freddie Francis. L’apparizione finale del palcoscenico teatrale nell’anfiteatro di Porto Rotondo, dove Gigi Proietti si produce in un infallibile e micidiale numero di farsa comica che i Vanzina si giocano come splendente asso nella manica, clamorosamente porta a compimento tutto il gioco di rimpalli su cui si è fondato il film. Il pubblico della rappresentazione ride alle volgarità inconsapevoli di Proietti, tutti battono le mani nel finale, l’attore concede il bis. L’avete voluto? Ok: Proietti ripete la battuta con parolaccia annessa, il sorriso sornione in volto. Boati di risate. Applausi. Sipario. Come il Nerone di Pratolini: più bella e superba che pria…
Regia: Carlo Vanzina
Interpreti: Lino Banfi, Massimo Ceccherini, Enrico Brignano, Ezio Greggio, Gigi Proietti, Nancy Brilli, Anna Falchi, Victoria Silvstedt, Alena Seredova
Distribuzione: Medusa
Durata:
Origine: Italia, 2008
Magari il Nerone di Petrolini… 😉