UNKNOWN PLEASURES 6 – "Gigante", di Adrían Biniez
Gigante è un’opera riuscita, semplice e diretta, soprattutto per come trasforma quella che appare come un’ossessione in un silenzioso e discreto slancio sentimentale. Biniez, all'esordio nel lungo dopo una carriera da rocker, porta sullo schermo un voyeurismo mai appariscente, ma sottratto e trasforma i silenziosi inseguimenti di Jara in una specie di gioco sulla casualità e sul destino. UNKNOWN PLEASURES 6, con Indie Frame. Mercoledì 2 maggio h 20.30 da Sentieri Selvaggi, via Carlo Botta 19 a Roma – INGRESSO GRATUITO
Un corpo troppo grande che deve agire di nascosto, di sottrazione. È questo il forte contrasto in Gigante, in questo continuo scarto tra ciò che è troppo grande e in qualche modo deve nascondere la presenza dei propri movimenti. Jara è un uomo di 35 anni timido e solitario che lavora come addetto alla sorveglianza presso un supermercato di Montevideo. Davanti ai monitor che sorvegliano il negozio, passa gran parte del suo tempo a riguardare i video, fare le parole crociate e ascoltare la musica. La sua vita scorre tutti i giorni allo stesso modo fino a quando appare sullo schermo Julia, una ragazza addetta alle pulizie. Jara è subito attirato da lei e oltre a osservarla durante i turni di lavoro, la segue anche durante il tempo libero, quando lei va in spiaggia o al cinema.
Gigante è un’opera riuscita. Non ha niente di trascendentale, ma è semplice e diretta, soprattutto per come trasforma quella che appare come un’ossessione in un silenzioso e discreto slancio sentimentale. Diretto dal trentacinquenne cineasta argentino Adrían Biniez, qui al suo primo lungometraggio dopo aver realizzato due corti (Horas, 2005; Total disonibildad, 2008) ed esser stato in passato cantante e compositore del gruppo argentino Reverb, Gigante appare riuscito soprattutto nel modo in cui porta sullo schermo un voyeurismo mai appariscente, ma sottratto e per come trasforma i silenziosi inseguimenti di Jara in una specie di gioco sulla casualità e sul destino.
Spesso Biniez utilizza dei piani larghi per inquadrare i due personaggi con lei in primo piano e lui sullo sfondo. Oppure crea delle precise geometrie come nella scena all’internet point in cui lui cerca di sedersi in un posto in modo da guardarla bene. Il regista riesce a dosare bene anche i momenti più drammatici con quelli più comici; il momento in cui Jara picchia il tassista che aveva rivolto un commento volgare alla donna o il dialogo in birreria con l’uomo che era uscito con lei (i due si sono conosciuti in chat) portano il film, sia pure leggermente, verso le zone di un ‘cinema dell’assurdo’ senza però mai estremizzarlo. Anzi, tenendolo legato alla vita(lità) dei protagonisti.
UNKNOWN PLEASURES (6)
mercoledì 2 maggio 2012. h 20.30
Sentieri Selvaggi, via Carlo Botta 19 a Roma
INGRESSO GRATUITO
info: info@sentieriselvaggi.it
tel. 06.96049768