(unknown pleasures) Whip it, di Drew Barrymore


Whip it
è un po’ il film-manifesto di tutte le generazioni di ragazze interrotte di Hollywood – unisce la cleptomania di Winona Ryder a quella di Lindsay Lohan, gli scandali della stessa Barrymore a, per dire, le foto ‘rubate’ su internet di Vanessa Hudgens. In questo senso è un film genuinamente punk. Drew torna in sala il 2 luglio con Insieme per forza in compagnia per la terza volta di Adam Sandler

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Whip it Juliette Lewis Drew Barrymore Ellen PageDrew Barrymore ha fatto un film sincero e appassionato come spesso sono le sue interpretazioni davanti alla macchina da presa: passata dall’altra parte, Drew dimostra – ma diremmo meglio conferma – di saper sentire il cinema istintivamente, di pancia. Come le botte e i lividi collezionati dalle sue poco raccomandabili eroine sui pattini: sboccate, sfacciate, violente e tatuate, ma sotto sotto con un cuore d’oro.
Whip it è un po’ il film-manifesto di tutte le generazioni di ragazze interrotte di Hollywood – unisce la cleptomania di Winona Ryder a quella di Lindsay Lohan, gli scandali della stessa Barrymore a, per dire, le foto ‘rubate’ su internet di Vanessa Hudgens. In questo senso è un film genuinamente punk, se intendiamo il punk come l’intuizione devastante che se proprio bisogna vivere il proprio disagio, allora tanto vale metterlo in scena pubblicamente, urlarlo davanti a tutti (sheena is a punk rocker now). Da reginette dei concorsi di bellezza a rehab dolls maledette.
Tre elementi a sostegno della tesi. Il primo: la squadra di roller derby messa su da Barrymore infila i volti programmatici di Zoe Death Proof Bell, della rapper-poi-star-di-Glee Eve, del tornado del Saturday Night Live Kristen Wiig, e del fascio di nervi più elastico di tutto il cinema americano, Juliette Lewis qui chiamata a testimoniare tanto come bad girl hollywoodiana quanto come rockstar indiavolata. Ovviamente non passano inosservate nemmeno le presenze di un esilarante Andrew Wilson, circa alla decima pellicola spartita con Drew, e dell’entertainer del piccolo schermo USA Jimmy Fallon, tenutario in patria di un Late Show tutto suo.
Il secondo elemento forte è chiaramente Ellen Page. Attrice miracolosa, spesso capace di addolcire, far commuovere un’inquadratura semplicemente affrontandola con il suo cipiglio (davvero solo Chris Nolan è stato capace di neutralizzarne l’incredibile forza comunicativa), la Page qui recupera in più caratteristiche le traiettorie di uno dei suoi primi ruoli, quello nel tormentato e bellissimo Mouth to Mouth di Alison Murray. Il rapporto problematico con la madre ma soprattutto il percorso di liberazione del corpo che passa attraverso una coreografia inconsapevole, incontrollata, acerba e nervosa, riportano al film della Murray alla stregua della combriccola di freaks fuori dagli schemi con cui sognare di poter vivere senza impedimenti le proprie scelte (il volantino del roller derby sembra davvero identico a quello della fantomatica cricca degli SPARK di Mouth to Mouth).
Al numero tre, Cannonball di Kim Deal & the Breeders. Perché quando, nel bel mezzo della serratissima finale di campionato, in colonna sonora parte il riff di una delle più gloriose hit indie della prima metà degli anni ‘90, allora il quadro è completo, e il cerchio si chiude. Perché Whip It è proprio come Cannonball, che resta ancora al giorno d’oggi il brano più celebre della formazione di Kim Deal e sua sorella: gloriosamente incazzata, con una bella violenza tesa sottotraccia tutta femminile, il broncio a muso duro (spitting in a wishing well, blown to hell – crash: i’m the last splash), ma allo stesso tempo una fragilissima tenerezza tra le righe (I'll be your whatever-you-want, the bong in this reggae song), una alterità molto arty da sbandierare, e soprattutto una melodia pop di facilissima quanto irresistibile presa, con giro di basso caldamente rassicurante quanto memorabile.
Lo dice molto bene anche Barrymore con il piccolo behind the scenes già sui titoli di coda di Whip it, tutti tesi a raccontare di un set roboante, su di giri e tanto spassoso, abitato da orde di girls that just wanna have fun

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