Uno di Famiglia, di Alessio Maria Federici

L’intelligenza comica di Uno di Famiglia è quella di saper costruire le disavventure ironiche di un povero innocente finito in mezzo a un clan di mafiosi sulla paura, non sul grottesco.

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Luca, ex attore fallito, cerca di sopravvivere impartendo lezioni di dizione ad aspiranti attori negati. Tra le opprimenti spese quotidiane, le cene costose con gli amici snob, l’inquilino disabile che non paga mai l’affitto e il negozio di antiquariato della sua compagna Regina, però, i soldi non bastano mai. Un giorno Luca si ritrova per caso a salvare la vita a Mario, un suo giovane cliente calabrese con ambizioni recitative, e  sommerso dalla gratitudine della famiglia del ragazzo la sua vita cambia completamente. Si sa, alcune grandi famiglie sanno come sdebitarsi, soprattutto, quando queste “possono ogni cosa”.

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Alessio Maria Federici, dopo la svolta “autoriale” con Terapia di coppia per amanti (tratto da un romanzo di Diego De Silva) sceglie di portare la sua musa Pietro Sermonti in territori ancora più ambiziosi, costruendo intorno all’attore una commedia mafiosa dagli esiti non prevedibili. La scelta di eccellenti attori abituati a prove sopra le righe, pensiamo a Nino Frassica e Lucia Ocone, lasciava immaginare che Uno di Famiglia potesse ricalcare i toni grotteschi e ridondanti di tante altre parodie mafiose, dove i clan sono rappresentati come un insieme scomposto di personaggi ridicoli e irreali. Federici e i suoi sceneggiatori (tra cui il Giacomo Ciarrapico di Boris) sanno bene che, dopo il successo di Gomorra e delle tante riuscite opere sulla criminalità organizzata (Anime Nere, il serial Il Cacciatore, le tante produzioni Taodue) è ormai inoffensivo e fuori luogo raccontare boss e criminali come buffoni con tic e manie.

L’immaginario collettivo, ormai, si è cementificato grazie alle parabole narrative di personaggi come Ciro l’immortale, Genny Savastano o Rosy Abate, figure tragiche e atroci, mai patetiche. L’intelligenza comica di Uno di Famiglia è proprio quella di saper costruire le disavventure ironiche di un povero innocente (lui sì sgraziato e ridicolo) finito, suo malgrado, in mezzo a un branco di leoni. Zia Angela e Don Peppino, interpretati proprio da Ocone e Frassica, mai come questa volta calibrati e convincenti, mettono davvero paura. Ogni loro gesto, ogni loro battuta, trasuda una violenza infinita che contrasta con la trasognata mitezza dell’uomo comune Sermonti.

Pur arricchita da dialoghi brillanti e gag riuscite, la forza comica del film di Federici risiede in questo contrasto. Ed è la verosimiglianza delle reazioni che nascono da ciò a creare un humor nero che, pur divertendo il pubblico, riesce a creare un ulteriore legame tra spettatore e sfortunato protagonista. Un link fondamentale, perfetto per genera un divertimento che, marchiato da sfumature di pressione e di disagio, lascia decisamente coinvolti.

 

 

Titolo originale: Uno di Famiglia

Regia: Alessio Maria Federici

Interpreti: Pietro Sermonti, Lucia Ocone, Nino Frassica, Sarah Felberbaum, Moisè Curia, Neri Marcorè, Alan Cappelli Goetz, Giampiero Judica, Emanuele Cerman

Distribuzione: Warner Bros.

Durata: 97′

Origine: Italia 2018

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