Until Dawn: Fino all’alba, di David F. Sandberg

L’immaginario videoludico del survival horror targato Supermassive Games/Playstation, sopravvive al meglio alla sua eccessivamente pulita, eppure funzionale trasposizione cinematografica.

-----------------------------------------------------------------
OPEN DAY FILMMAKING & POSTPRODUZIONE: 23 maggio

-------------------------------------------------

BORSE DI STUDIO per LAUREATI DAMS e Università similari

-----------------------------------------------------------------
SPECIALIZZAZIONI: la Biennale Professionale della Scuola Sentieri selvaggi

-------------------------------------------------

Se è vero che dei reboot è bene fidarsi fino ad un certo punto, è altrettanto vero che inavvertitamente alcuni di loro, si rivelano capaci di gettare vere e proprie ancore di salvezza ai capitoli prossimi a venire e forse non solo a loro. Basti pensare a Venerdì 13 di Marcus Nispel che, raccogliendo la pesante eredità del capitolo del 1980 di Sean S. Cunningham, rintraccia nell’elemento della sparizione e poi della ricerca del gruppo protagonista, una miccia di breve durata, eppure esplosiva abbastanza da ridare linfa vitale ad un franchise potenzialmente esaurito, in quel momento però vivo più che mai. Infatti Until Dawn: Fino all’alba, quinto lungometraggio da regista di David F. Sandberg, precedentemente autore (tra gli altri) di Lights Out – Terrore nel buio e Shazam! si appropria immediatamente di quell’ancora di salvezza, facendola propria.

Ancora una volta c’è qualcuno che è scomparso. Ancora una volta un gruppo di giovani che nonostante l’impreparazione e l’inevitabile disgregazione, decide di partire alla volta dei luoghi ormai malinconici, se non addirittura tragici e cupi dell’ultimo avvistamento. Laddove forse una vita è giunta a termine, per mano di qualcosa o qualcuno che ancora non ha un nome, ma che presto lo avrà. O altrimenti perduta nelle nebbie dell’oscurità, prossime a venire è vero e così a diradarsi, svelando i mostri e le trappole della mente. Lo sanno bene Clover ed il suo gruppo di amici, ospiti loro malgrado della antica magione abbandonata di Glore Valley, protetta dalla pioggia, ma non dalla violenza. Né tantomeno dalla morte.

Until Dawn: Fino all’alba, di David F. Sandberg

Adattamento cinematografico del celebre survival horror videoludico targato Supermassive Games e pubblicato da Sony Computer Entertainment in esclusiva per PlayStation 4, Until Dawn: Fino all’alba di David F. Sandberg senza alcun timore, corre tutti i rischi del caso. Tra questi, una fedeltà maniacale al materiale di partenza – la forma cinema è qui posta a servizio del linguaggio videoludico e non il contrario – e così uno sregolato citazionismo cinefilo. Il quale passa tanto per il cinema di Sam Raimi (La casa su tutti), quanto per il già citato Venerdì 13 di Sean S. Cunningham. Tutt’attorno Cube – Il cubo di Vincenzo Natali, Quella casa nel bosco di Drew Goddard, che mette un punto al classicismo, proprio attraverso la ferocia della tecnologia e del virtuale e Finché morte non ci separi di Tyler Gillett e Matt Bettinelli-Olpin. Capirete perché.

Dopo le maldestre esperienze di Lights Out e Annabelle 2, David F. Sandberg torna all’horror, forte di uno script dal gusto tipicamente kinghiano ad opera (non casualmente) di Gary Dauberman – sua la scrittura degli ultimi due capitoli di It e Salem’s Lot – e Blair Butler, autrice di The Invitation. Al netto di qualche leggerezza di troppo, tipica degli horror adolescenziali, d’altronde il target di riferimento sembrerebbe essere proprio quello, il film di Sandberg non si tira indietro rispetto ad efferatezza e angoscia, comunque limitate, ma funzionali laddove presenti.

Tra jumpscares, nuovi linguaggi dell’horror sospesi tra cartoonesco e videoludico, tipici della nuova era social – ne vediamo sempre più su Instagram – Until Dawn porta a casa il risultato. Spaventa, intrattiene e diverte, senza mai cercare qualcosa di più, ben consapevole dei propri limiti e difetti. Tra questi, un paio di inefficaci scelte di casting. Nonostante ciò, è sufficiente la presenza estremamente ridotta in termini di minutaggio, ma non di simbolismo di Peter Stormare. Ennesima dimostrazione del peso effettivo di un grande caratterista. Incaricato qui di confondere e svelare le carte, al di là del buio, dei mostri e della notte.

 

Titolo originale: Until Dawn
Regia: David F. Sandberg
Interpreti: Ella Rubin, Michael Cimino, Odessa A’zion, Ji-young Yoo, Belmont Cameli, Maia Mitchell, Peter Stormare
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 103′
Origine: USA, 2025

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
2 (2 voti)

UNICINEMA scarica la Guida completa della Quadriennale di Sentieri Selvaggi


    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative