Ustica, di Renzo Martinelli

Per essere un film che cerca disperatamente la verità, è totalmente inverosimile, raro esercizio di didascalismo televisivo reso ancor più frustrante da inserti da cinema pseudoautoriale

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Bisogna essere particolarmente scollegati dal mondo che ci circonda per pensare che ci sia ancora un interesse popolare intorno alla tragedia avvenuta ad Ustica un estate di trentasei anni fa (c’è chi mi fa notare che il commento delle nuove generazioni si riassumerebbe con un semplice scarto vocalico). Ma Martinelli, l’ultimo dei crociati, non fa film per il pubblico ma per i pubblici ministeri, e il lanciarsi sull’ ennesima carcassa di una strage dimenticata diventa solo un modo per raffinare ancora più le coordinate del suo mondo costruito sul comblotto. Cosa è successo nei cieli sopra il Tirreno nella sera del 27 giugno 1980, quando un DC – 9 dell’ Itavia precipitò in mare trascinando nel suo impatto mortale gli 81 passeggeri? E perché non sono mai stati trovati i colpevoli?

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

usticaPer essere un film che cerca disperatamente la verità, Ustica è totalmente inverosimile. Non nella morbosità con la quale scava nelle pieghe dell’inchiesta giornalistica ma per come poi trasforma in drammaturgia i risultati delle indagini. Si distingue infatti per un raro esercizio di didascalismo televisivo reso ancor più frustrante da inserti da cinema pseudoautoriale. Inquadrature storte, carrelli a scoprire, fotografia saturata come se la post fosse stata fatta coi filtri Instagram, tutto complotta nel rendere Ustica la caricatura di un film di inchiesta, o peggio ancora, di impegno civile. Ingessato nella sua retorica del sospetto, non mette in campo nessuna delle possibilità che il mezzo cinematografico ha costruito negli anni per perlustrare il reale a partire dai dati sensibili. Ignaro che si sia, lì fuori, un modo di ritornare nei luoghi della memoria senza passare attraverso la palude della fiction romanzata, Martinelli non compie sforzo alcuno per inserire il film in un orizzonte della modernità.

marco leonardi usticaD’altronde il suo cinema ha meno sfumature di una scacchiera, tutto costruito su movimenti standard decisi a priori, in cui i bianchi non muovono per primi ma sono costantemente inseguiti dai cattivi. Sono pedine sacrificabili sulla plancia della Ragion di Stato, il Moloch democristiano che per quarant’ anni ha sopraffatto la nostra voglia di verità.
Su questo Martinelli insiste come un disco rotto, talmente ossessionato dal condannare i colpevoli da dimenticarsi di costituire un processo, e così la sua versione dei fatti, imposta senza contrappello, diventa invasiva come quella ufficiale. Questo è il maggior limite di Ustica, non riuscire mai a staccarsi dalla narrazione del potere e credere che la verità possa affiorare anche attraverso l’adesione a tali conflittuali modelli.

Regia: Renzo Martinelli

Interpreti: Caterina Murino, Marco Leonardi, Lubna Azabal, Tomas Arana, Federica Martinelli, Paco Reconti, Yassine Fadel

Distribuzione: Indipendent Movies

Durata: 106′

Origine: Italia/Belgio 2016

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array