VENEZIA 59 – Arrivano i corti!

Tra parodie, animazioni, racconti surreali e di guerra, si presentano i corti in concorso.

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Nove corti, selezionati dalla Nuova Zelanda fino agli Usa, si contenderanno quest'anno il Leone d'Argento e la Menzione Speciale. I temi presenti vanno dalla guerra all'incontro amoroso, dalle animazioni surreali alla parodia, dall'omaggio cinefilo al racconto metaforico. "Redial" della neozelandese Michelle Amas osserva la casualità che può celarsi dietro ogni incontro amoroso, attraverso la conservazione di due persone alienate dal mondo che le circonda che si trovano casualmente collegati da una telefonata a un numero sbagliato. L'Italia è rappresentata con ottime possibilita' di successo da Rosso fango del filmaker genovese Paolo Ameli che porta sullo schermo l'incredibile vicenda (realmente accaduta) del soldato inglese Henry Tandey che nel 1918 salvò, dopo averlo quasi ucciso, un giovane caporale dell'esercito tedesco, Adolf Hitler. Ambientato sui campi di battaglia della Prima guerra mondiale, Rosso fango è girato con la stesso realismo e la forza evocativa dei celebri quindici minuti iniziali del Soldato Ryan spielberghiano. Dalla Svezia arriva un'altra opera interessante, Tempo di Per Carleson (vincitore dell'Orso d'Oro a Berlino nel 1997 con il corto Senaste Nytt), in cui lo scorrere ironicamente sincronico dei movimenti mattutini di una giovane coppia è spezzato da un evento inatteso. Tre sono invece le animazioni della sezione, Clown della russa Irina Efteeva, Kalózok szeretöje di Zsofia Péterffy e Pending di Anna Tow; Clown è un'animazione fantastica basata sullo spettacolo Snow Show del mimo/clown Slava Polunin, Kalózok szeretöje un film di pittura animata in cui una donna umiliata diviene malvagia per liberarsi dal suo destino miserevole, mentre il più intrigante è Pending, favola nera su una ragazza che, fuggita dal proprio paese devastato dalla guerra, approda in una città fantastica dominata da un gelido burocrate deciso a respingerla fino a quando lei con un disegno cambierà (letteralmente) il suo cuore. Piuttosto debole è Tarjeta roja della spagnola Elena Villalonga attraverso il continuo ricorso a metafore calcistiche tenta di analizzare l'identità di una donna, messa a nudo durante una singolare visita ad una curatrice. Trasudano cinefilia invece Tu devrais faire du cinéma del belga Michel Vereecken (già collaboratore di Chantal Akerman, Rainer Werner Fassbinder e Olivier Assayas) e Little Dickie di Anita McGee. In Tu devrais faire du cinéma un giovane montatore di film pornografici viene illuminato dall'arrivo di Claude Chabrol, che irrompe nel suo studio verso l'ora di chiusura, chiedendogli di poter montare insieme il suo primo cortometraggio. Applauditissimo in sala, Little Dickie è invece una divertente parodia del genere western che ricorda in molti punti il capolavoro di Mel Brooks Mezzogiorno e mezzo di fuoco. Per ora i candidati al Leone sembrano Rosso fango, Little Dickie e Pending, domenica i giochi saranno piu' chiari.

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