VENEZIA 59 – Incontro con Kathryn Bigelow, Harrison Ford e Liam Neeson per "K-19 The Widowmaker"

La Bigelow e i due protagonisti parlano delle difficoltà incontrate nel realizzare un film sul soggetto ancora scottante della guerra fredda affrontandolo ponendosi dal punto di vista dell'Unione Sovietica. Precisano inoltre i termini dell'insuccesso americano e illustrano l'accoglienza nell'ex Urss

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Il tema ancora scottante dell'incidente al sottomarino nucleare sovietico nel 1961 ha animato l'incontro con la regista del film K-19 The Widowmaker, Kathryn Bigelow, e i due interpreti Harrison Ford e Liam Neeson. Il fatto che sia stata una regista americana ad occuparsi di un episodio della storia contemporanea che aveva esposto le due superpotenze al rischio di una guerra nucleare ha articolato il dibattito intorno all'incontro delle due culture e alle difficoltà di guardare gli eventi ponendosi dall'altra parte della barricata.

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La Bigelow ha voluto sottolineare l'opportunità che rappresentare una vicenda del genere le ha offerto nel mostrare il lato umano di quelli che per anni gli Usa hanno visto come freddi nemici. "L'elemento principale che mi ha ispirata – ha dichiarato la regista – è il tema dell'umanità. Il fatto che sia possibile trascendere qualsiasi linea o frontiera geopolitica mi ha interessata. Inoltre il film è stata l'occasione di ricordare il coraggio, la bravura, la forza di quegli uomini. Credo che ciò che hanno fatto sia importante per noi come esempio e stimoli un senso di responsabilità nel guardare il mondo con occhi un po' diversi. Questi uomini, queste vite, queste azioni meritavano un'attenzione internazionale che omaggiasse coloro che nella comunità russa sono davvero ammirati come eroi. ."


L'esperienza del film ha permesso inoltre alla regista di riproporre la riflessione politica sulla guerra fredda. "Una delle possibilità che volevo io era di analizzare i risultati della guerra fredda e chiedersi chi avesse davvero vinto. Avremmo potuto distruggere il mondo 10 volte e non  è una cosa di cui essere molto fieri. E mi sono detta ma se questi due paesi avessero lavorato assieme come alleati se durante tutto quel periodo, se le loro economie si fossero aiutate l'un l'altra nel mondo cosa sarebbe successo?"


La ricostruzione dell'episodio storico ha avuto un percorso difficile e la prima versione della sceneggiatura ha suscitato critiche severe tenute in considerazione per giungere alla stesura definitiva. Il lavoro è  stato però ricompensato dalla reazione dei diretti interessati come spiega Harrison Ford. "A Putin è piaciuto molto e numerosi sopravvissuti che noi abbiamo incontrato due anni fa si sono commossi. Quando abbiamo iniziato a girare il film molti dell'equipaggio hanno cominciato a fare domande sulle nostre intenzioni e abbiamo incontrato gran parte dei sopravvissuti. Io credo che siamo riusciti onestamente a rappresentare il sacrificio e il coraggio di questi uomini". Anche umanamente l'accoglienza in Russia è stata un'esperienza toccante. "La guerra fredda e l'epoca comunista per loro sono vive tuttora e io sono un'americana che rappresenta un paese che all'epoca era avversario – osserva la regista – Ma quando sono stata lì io sono stata abbracciata da queste persone in lacrime che mi chiedevano di raccontare la nostra storia ed erano grate di questo sforzo. Abbiamo anche spiegato ai sopravvissuti che non volevamo fare un documentario e che ci sarebbe stata licenza poetica e loro l'hanno rispettato."


Necessario anche per gli attori è stato calarsi in una realtà così distate e poco conosciuta. " Ogni persona nasce da una cultura particolare – spiega Harrison Ford – In questo caso si tratta di una cultura molto diversa da quella americana ma interpretare la realtà emotiva della vita di qualcuno è stato altrettanto difficile di quanto lo sia stato per qualsiasi altro personaggio. Nel caso del personaggio che interpreto si trattava in questo caso di un personaggio russo che è nato in una cultura russa. Ho fatto molte ricerche per  cercare di capire le differenze e come potrebbero essere espresse.


H. Ford ha inoltre illustrato l'importanza della collaborazione con Liam Neeson per la costruzione del personaggio. "Senza questo rapporto non  esisterebbe  un sufficiente elemento drammatico nel film quindi mi sono appoggiato anche a Liam per arricchire il mio stesso personaggio"


La presenza di due attori di grande talento, come ha dichiarato la regista, " ha portato al film un'intensità e un'intelligenza estreme e profonde. La loro attenzione, generosità e disponibilità in qualche modo ci ha molto aiutato. Molti attori che non avevano mai lavorato prima sono stati sconvolti dall'aiuto che queste due grandi star hanno dato loro."


In merito all'insuccesso che il film ha riscosso al botteghino americano i due attori hanno sottolineato il diverso livello di valutazione della riuscita dell'opera non adeguabile agli standard degli incassi. "Quando si fanno film di questo tipo – ha detto H. Ford – con l'intenzione seria di questo film e con le complicazioni che implica, non ci si aspetta lo stesso tipo di successo al botteghino. Noi non ci aspettavamo questo quindi è sbagliato qualificarlo come insuccesso."


 

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