VENEZIA 59 – Miracoli del cuore: "Julie Walking Home", di Agnieszka Holland
La Holland ci sorprende con una storia forte e difficile, sospesa sul filo del rasoio di un melodramma capace di mescolare con abilità crisi di coppia, tragedie familiari, paura della perdita dell'altro, bisogno di credere nei miracoli, di innamorarsi dei propri sogni… Un folle mèlo concentrato di storie e sentimenti strizzati all'inverosimile
Se qualcuno si aspettava una Mostra all'insegna delle polemiche politico-culturali sarà rimasto sicuramente deluso dall'aria understatement e dal profilo basso di questa 59a Mostra del cinema di Venezia. Non che manchino i dibattiti sul cinema o le riflessioni sui film, ma un po' tutti hanno come l'impressione di trovarsi di fronte a un qualcosa di così provvisorio, così poco definito e "scelto", contro o a favore del quale sembra proprio impossibile potersi schierare, anche per i pasdaran della critica nostrana. Complice poi un clima dolcemente autunnale e una selezione di film che non fanno rimpiangere le scelte di Barbera, questa edizione del Festival si sta avviando verso la conclusione, mostrandoci gli ultimi frammenti di un cinema "sparso", così fuori dalle contraddizioni manichee in cui molti vorrebbero rinchiudere il mondo, da apparire quasi "astratti", né globalizzati né no-global per intenderci, o se volessimo mantenere vecchie definizioni, né di destra né di sinistra….
Ecco dunque arrivare questa coproduzione internazionale, Julie Walking Home, presentato come film polacco per via della nazionalità della regista Agnieszka Holland, ma in realtà pellicola co-prodotta da Germania e Canada. Siamo nel campo minato di quei film "europei" insopportabili, con attori di tutte le nazionalità (per l'esportabilità) che parlano un inglese "impossibile", eppure… Eppure la Holland ci sorprende con una storia forte e difficile, sempre sospesa sul filo del rasoio di un melodramma capace di mescolare con pazienza e abilità le crisi di coppia, le tragedie familiari, la paura della perdita dell'altro, il bisogno di credere nei miracoli, di innamorarsi dei propri sogni, ecc…. Protagonista è una donna di origini polacche, Julie (Miranda Otto), madre di due gemelli e felicemente sposata fino al giorno in cui trova il marito in casa a letto con un'altra. Qui esplode la tragedia familiare, con la donna che porta via con sè i bambini, le liti e le discussioni sulla vendita della casa, la separazione, ecc… Ma mentre la trama sembra immergerci dentro un quadretto familiare maleficamente realistico e insopportabile ecco che avviene l'evento che scatena la narrazione verso altri lidi: durante un litigio il piccolo Nicholas ha una crisi e, ricoverato in ospedale, si scopre avere un tumore in stato avanzato.