VENEZIA 60 – L'industria dei prototipi – Omaggio ai produttori

Steve Della Casa presenta la retrospettiva – da lui curata – sui i produttori italiani che hanno cercato di rendere esportabile il nostro cinema, sia con il cinema dei maestri che con gli Ercole o con gli horror. Con grandi e piccoli budget. Proponendo la pop art vista da Fellini, ma anche rielaborata da Mario Bava, da Giulio Questi e Kim Arcalli

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di Steve Della Casa


 


L'industria dei prototipi è l'industria del cinema italiano, una delle forme più famose di Made in Italy nel mondo. Non ha mai superato la fase dell'artigianato di lusso, non ha mai vissuto la programmazione industriale. Eppure il cinema italiano per 30 anni, dal 1945 al 1975, ha tenuto testa al cinema hollywoodiano. Oltreoceano proponevano l'ottimizzazione del prodotto, i generi, lo star system creato a tavolino, gli investimenti effettuati dopo aver attentamente analizzato il mercato. In Italia si rispondeva con l'intuito, il colpo di genio, l'ingenuità dei film popolari che, a ben vedere, marciava di pari passo con l'arte dei grandi maestri. Qui la bottega artigiana, là il taylorismo. Ma la bottega artigiana è stata a lungo capace di essere redditizia quanto la linea di montaggio, e in certi momenti anzi di più. Merito dei registi (degli autori, ma anche degli artigiani), certo. Merito anche di uno star system che ha saputo imporsi in tutto il mondo, ma merito anche dei produttori, sui quali è fiorita ogni leggenda possibile, e che tuttavia hanno saputo rendere redditizio il lavoro di quelle botteghe. Hanno tagliato film, hanno imposto attori, attrici, soggetti, hanno quasi sempre conosciuto il fallimento e il protesto delle cambiali. Ma alcuni di loro hanno anche avuto intuito, si sono lanciati, hanno rischiato, a volte sono anche riusciti a conquistare il mercato straniero.


La retrospettiva vuole raccontare 18 modi diversi con i quali i produttori italiani hanno cercato di rendere esportabile il nostro cinema, a volte riuscendoci, a volte no. Con il cinema dei maestri, certo, ma anche con gli Ercole o con i piccoli horror. Con lo star system nazionale, ma anche con attori che provenivano dall'estero. Con il grosso budget ma anche con il prodotto supereconomico. Proponendo la pop art vista da Fellini, ma anche rielaborata da Mario Bava, da Giulio Questi e Kim Arcalli. La storia e la leggenda della produzione italiana è raccontata da 18 film presentati in copie ottime o restaurate dalla Scuola Nazionale di Cinema – Cineteca Nazionale, da 18 gustosi centoni d'epoca presentati da RAI Teche, dal volume Capitani coraggiosi, edito da Electa e corredato da un eccezionale apparato fotografico per lo più inedito.


John Ford, in uno dei suoi film più belli, metteva in contrapposizione storia e leggenda. Aveva ragione, ma solo per l'America. Per quanto riguarda l'Italia, storia e leggenda corrono di pari passo. E, come è noto, per comprendere l'oggi è necessario fare i conti con il passato, storia o leggenda che sia.


 

 


I film della retrospettiva


 


Riso amaro (1949) di Giuseppe de Santis (Produzione Ponti-de Laurentiis /Lux)


 


Francesco Giullare di Dio (1950) di Roberto Rossellini (Produzione Rizzoli)


 


Pane, amore e fantasia (1954) di Luigi Comencini (Produzione Titanus)


 


La pattuglia sperduta (1954) di Piero Nelli (Produzione Cristaldi)


 


Le fatiche di Ercole (1958) di Pietro Francisci (Produzione Santi – Lux)


 


La grande guerra (1959) di Mario Monicelli (Produzione De Laurentiis)


 


La ciociara (1960) di Vittorio De Sica (Produzione Ponti)


 


Tiro al piccione (1961) di Giuliano Montaldo (Produzione Cooperativa; distribuzione Euro – Cicogna)


 


RoGoPaG (1963) di Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard, Pier Paolo Pasolini, Ugo Gregoretti (Produzione Rizzoli)


 


Vaghe stelle dell'orsa (1965) di Luchino Visconti (Produzione Cristaldi)


 


Terrore nello spazio (1965) di Mario Bava (Produzione Lucisano/A.I.P)


 


L'armata Brancaleone (1966) di Mario Monicelli (Produzione Cecchi Gori)


 


Toby Dammit (episodio da Tre passi nel delirio, 1967) di Federico Fellini (Produzione Grimaldi)


 


Teorema (1968) di Pier Paolo Pasolini (Produzione Cicogna)


 


La morte ha fatto l'uovo (1968) di Giulio Questi (Produzione Cicogna)


 


Diabolik (1968) di Mario Bava (Produzione De Laurentiis)


 


Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) di Elio Petri (Produzione Cicogna)


 


Ultimo tango a Parigi (1972) di Bernardo Bertolucci (Produzione Grimaldi)


 

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