VENEZIA 61 – "Kuang fang", di Leste Chen (Settimana Internazionale della Critica)

Liquidità dolcissime come il miele che scivolano elettriche su superfici fluorescenti dentro quadri-momenti di "morte", "capelli", "tatuaggi" e "fotografie racchiusi come in una scatola cinese dentro l'invito ad un funerale e quello ad un matrimonio. La vita scorre nelle vene di questo 23enne e anche il cinema, pur se con qualche accentuata acerbità

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Ventitrè anni e già un discreto talento per l'immagine e la realtà delle persone quello del taiwamese Leste Chen, che filma saggiamente ciò che conosce: la vita dei giovani della sua età, resi apolidi da disconnessioni sociali che li fanno gravitare attorno al mondo senza parteciparvi: sono fuori campo padri e madri, la famiglia è solo nell'amore e nell'amicizia coi coetanei. Le sfocature che spesso avvolgono i due ragazzi e le due ragazze protagonisti del film sembrano lontane da preziosismi e leziosismi visivi e vicine a qualcosa che ha a che fare con la pudica consapevolezza di Chen della propria immaturità autoriale e, al contempo, con la lucida consapevolezza di voler catturare senza irritanti simbolismi (di efficace semplicità quelli legati al colore e taglio dei capelli) quel tempo turbinoso e criptico che è la fase della vita che lui stesso sta attraversando. Sesso, aborto, droga, suicidio, omosessualità non stanno stretti entro la cornice dei 16mm e, per una volta, arrivano con una freschezza che conquista, come colpisce un'astratta Taiwan non-luogo/tutti-i-luoghi che ribadisce l'interesse di Chen per i "ren" (le persone) e il disinteresse per le complesse indagini storico-sociali o psicologiche di Hsiao-hsien e Ming-liang. Liquidità dolcissime come il miele che scivolano elettriche su superfici fluorescenti dentro quadri-momenti di "morte", "capelli", "tatuaggi" e "fotografie racchiusi, come in una scatola cinese (che ribalta l'ordine vitale), dentro l'invito ad un funerale e quello ad un matrimonio, ma anche un'attenta colonna sonora che mostra la mano sicura dell'autore di video musicali capace di tenere la durata del lungometraggio. La vita scorre nelle vene di questo 23enne taiwanese (che risponde per le rime al sensazionalismo dei giovani di Larry Clark) e anche il cinema, pur se con qualche accentuata acerbità evidente nella seconda parte e nelle poetiche affermazioni dei personaggi ("quando ti rendi conto dell'esistenza della morte, la tua infanzia è finita"), che si producono anche in qualche riuscito colpo d'ala quando lo svanire dell'inchiostro di un tatuaggio segna lo scadere di un rapporto.

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