VENEZIA 62 – "Carmen" di Jean-Pierre Limosin (Orizzonti)

I comportamenti degli uomini visti dal punto di vista di un animale. Limosin con "Carmen" gira un film onesto, che mescola ironia e commozione, ma che non raggiunge l'originalità di altre pellicole viste in "Orizzonti"

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Uomini e scimmie…Carmen è un femmina di bonobo, parente stretto degli scimpanzè, ed il suo comportamento e le sue elevate capacità di apprendimento sono studiati in un centro di ricerche linguistiche. Un giorno, però, fugge dal centro e incontra Mercier (James Thiérrée) , un futuro padre in cerca del suo primo lavoro. I comportamenti degli uomini visti attraverso gli occhi di un animale…quello di Carmen è uno sguardo fondamentalmente "altro", che osserva e a suo modo giudica. E se il suo affetto nei confronti delle persone che incontra è incondizionato, si trova a fare i conti con tutta una serie di "tradimenti": da parte dello studioso del centro di ricerca che tradisce la moglie con la bella assistente giapponese, da parte di Mercier che, sentendosi incapace di allevare una scimmia, l'abbandona…Gli uomini non sanno ripagare la fiducia dell'animale, che non può far altro che rispondere a modo suo, con la fuga e la malattia. Ma attenzione! il regista Jean Pierre Limosin non opera un rovesciamento prospettico come se ci trovassimo di fronte a un nuovo Freaks, qui non vale alcuna equazione del tipo uomo/cattivo, animale/buono. Anche Mercier, a modo suo, vuole a bene a Carmen e sarà proprio il suo intervento a risvegliarla dal coma. Da un'idea tutto sommato interessante, Limosin, già regista di Tokyo Eyes e di Novo, realizza un film che dosa con una certa maestria ironia e commozione, simpatia per la sua insolita protagonista e comprensione per le ragioni dei personaggi e mostra uno stile assolutamente limpido e lineare. Piace soprattutto il finale con una "Carmen" in versione riveduta e corretta che riecheggia per le strade di Tokyo. Epperò Limosin non  riesce mai ad elevarsi al di sopra della media, accontentandosi del carino e del politicamente corretto. Un film onesto, insomma, ma che sembra lontano dalla profondità e dall'originalità di altre cose viste nella sezione "Orizzonti".

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