VENEZIA 62 – "Craj – Domani", di Davide Marengo (Giornate degli autori)

Il film di Marengo è fondamentalmente un documentario, un viaggio sulle tracce di quella musica antica e vitale che è la taranta, una discesa nell'infuocato Salento, alla ricerca di volti, suoni, ricordi, tradizioni

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Il morso della taranta non dà tregua. Tratto dall'opera teatral-musicale Craj, scritta e interpretata da Teresa De Sio e Giovanni Lindo Ferretti, il film di Marengo ricostruisce l'immaginario  viaggio in Puglia di messer Floridippo e del suo servo Bimbascione, puro pretesto-cornice, in cui si inserisce un vero e proprio documentario. Una discesa nell'infuocato Sud, nel Salento, "terra du sole, du mare, e du vento", alla riscoperta di musiche antiche e vitali come la pizzica e la taranta. Aldilà di ogni valutazione estetica, Craj- Domani piace perché è un film fatto di volti, suoni, racconti, ricordi, un'emozionante ricerca delle radici di tradizioni popolari. Non è un caso che il film si intitoli così ("craj" in dialetto significa "domani", dal latino cras), a sottolineare un ponte tra passato e futuro, tra vecchi e giovani, tra antico e nuovo. I personaggi che s'incontrano lungo il cammino, i Cantori di Carpino, il cantautore Matteo Salvatore, il suonatore di tarantelle Duccio Aloisio, portano scritto nelle loro rughe il peso atavico della fame e della fatica, ma rivelano uno spirito vitale e un'allegria contagiosi, ci intrattengono con le loro storie e i loro detti ("chi fuma caca vento"), ci divertono e ci commuovono. Anche i due viaggiatori-cantanti partecipano al coro, la De Sio con la sua ironia tutta partenopea, Ferretti con la sua figura misteriosa. Da brivido la versione voce e chitarra di una delle sue canzoni: "nascere è…prima di ogni diritto, ma che almeno sia sano scopare…". E il tutto è scandito dal ritmo incessante della taranta,  battito che viene dal cuore profondo della terra. Come si canta dalle mie parti: "Simmo vinuti pe' na sunata…".

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