Venezia 65 – Cinema nomade
Presentata questa mattina la nuova edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica. Che Marco Müller dedica a Youssef Chahine. In Concorso Guillermo Arraga, Kathryn Bigelow con il suo Hurt locker, interpretato da Ralph Phiennes, Barbet Schroeder, Hayao Miyazaki e gli italiani Avati, Bechis, Corsicato. Fuori concorso Yuppi du di Adriano Celentano, Burn after reading dei Coen, il felice ritorno di Jia Zhangke con il cortometraggio Cry me a river, Abbas Kiarostami con Shirin, interpretato da Juliette Binoche, Manoel de Oliveira con il corto Do visivel ao invisivel.
E’ dedicata al cineasta Youssef Chahine, recentemente scomparso, la 65esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. “Un cinema, quello di Chahine, che serve a far danzare cuori e cervelli perché abbiano l’agilità necessaria ad innalzarsi” ha commentato Marco Müller, presentando i film di questa nuova edizione che evoca, secondo il direttore della mostra, l’idea di un cinema nomade le cui parole chiave sono passione del nuovo, contraddizione insita nel pluralismo, rischio inatteso, non-identità dei fenomeni espressivi.
Tra i nomi in concorso spicca l’opera prima da regista di Guillermo Arraga, The burning plain; Kathryn Bigelow con il suo Hurt locker, interpretato da Ralph Phiennes; Takeshi Kitano con Achilles and the Tortoise; Barbet Schroeder e il suo Inju, la Bête dans l'ombre. Hayao Miyazaki con Ponyo on cliff by the sea. Tre gli italiani in concorso: Pupi Avati con Il papà di Giovanna (con Silvio Orlando), Pappi Corsicato con Il seme della discordia, Marco Bechis con La terra degli uomini rossi, una produzione italo-brasiliana dedicata agli indios e ambientata nel Mato Grosso do Sul.
Al di là del concorso ufficiale, oltre al già annunciato evento relativo a Yuppi du di Adriano Celentano e il film di apertura dei fratelli Coen, Burn after reading, troviamo il felice ritorno di Jia Zhangke con il cortometraggio Cry me a river, Abbas Kiarostami con Shirin, interpretato da Juliette Binoche, Manoel de Oliveira con il corto Do visivel ao invisivel. Arricchisce il panorama degli eventi fuori concorso la versione inedita del documentario La rabbia (1963) di Pier Paolo Pasolini. Nella sezione Orizzonti – che sarà aperta da Pa-ra-da di Marco Pontecorvo e presenterà tra gli altri il documentario La fabbrica dei tedeschi di Mimmo Calopresti – spazio alla molteplicità dei luoghi: dalle Filippine arrivano Melancholia di Lav Diaz e Jay di Francis Xavier Pasion, dal Messico Voy a explotar di Gerardo Naranjo e Los Herederos di Eugenio Polgovski, dall’Italia Mirko Locatelli con Il primo giorno d’inverno, dalla Francia Parc di Arnaud Des Pallieres. Un totale di 52 opere in anteprima mondiale, 5 in anteprima internazionale, senza contare i due film a sorpresa della sezione Orizzonti.