VENEZIA 66 – "Metropia", di Tarik Saleh (Settimana della Critica – Evento speciale)

Metropia

Il primo film d’animazione presentato alla 66. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia è l’ultimo ispirato al manifesto per eccellenza dell’utopia al negativo. Stavolta a presiedere non c’è il Grande Fratello, bensì la cospirante e perturbante rete della Metro.

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Metropia“Ascolta la tua voce interiore”. Non è l’ormai ridondante ed usurato ammaestramento che invita a fare scelte e a vivere la propria vita dando voce al cuore e alle proprie aspirazioni, bensì a prestare attenzione – anzi, attendere agli ordini – alla strana voce viva nella testa del cittadino medio europeo. Tale voce viene stimolata da microchip biologici che vanno ad impiantarsi nella mente dell’uomo tramite l’uso di un noto ed invogliante shampoo per capelli segretamente al servizio di “The Metro”, gigantesca rete metropolitana europea che in un batter d’occhio congiunge la Scandinavia alla Grecia, come la Spagna alla Russia, ma che in realtà altro non nasconde che un sistema metropolitano di controllo atto ad indicare ad ogni cittadino europeo come muoversi ed agire.
Siamo solamente nel 2024, ed il primo film d’animazione presentato alla 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (in attesa del Leone d’Oro John Lasseter e dei suoi lavori Pixar), Metropia – che inaugura come evento speciale la 24. Settimana Internazionale della Critica – è l’ultimo ispirato al manifesto per eccellenza dell’utopia al negativo, l’ormai quarantenne “1984” di George Orwell. Stavolta a presiedere non c’è il Grande Fratello, bensì la cospirante e perturbante rete della Metro che vede ed addirittura entra in testa. I colori spenti e scuri virati costantemente su un grigio freddo e quanto mai opprimente contribuiscono all’atmosfera che tanto soffoca una società decadente ed altamente insicura, dagli occhi grandi tanto simili a quelli dei pupazzi di Hello Kitty e dei Pokemon di cui si circonda, e che, come essi, altro non trasmette che fisicità, ostentata esteticità ma assenza di pensiero, cuore, vita. Fantocci creati ed utilizzati per creare un sistema di individui assuefatti da shampoo rigeneranti e mirabolanti quiz show televisivi che in pochi minuti e a ciclo continuo eliminano perdenti e consacrano vincenti. Ma nessuno in realtà lo è: l’uomo di Metropia è un essere angosciato, privo di entusiasmo e di spirito di iniziativa. Ma soprattutto carente di fiducia nel presente, nel futuro e nel prossimo.

 

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