VENEZIA 66 – "Trasformare l'edificio infetto in un mondo altro". Incontro con Jaume Balaguerò, REC 2

balaguerò regista di rec 2Nella Sala Conferenze del Palazzo del Casinò di Venezia si è tenuta la conferenza stampa del film REC 2 presentato fuori concorso al festival veneziano. Oltre ai due autori spagnoli Jaume Balaguerò e Paco Plaza, hanno preso parte all’incontro con i giornalisti il produttore della Filmax Julio Fernandez e l’attrice Manuela Velasco. Moderatore dell’incontro Manlio Gomarasca.
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balaguerò regista di rec 2La coppia di registi spagnoli Balaguerò-Plaza prova a ripetersi dopo il successo di REC presentando fuori concorso al Festival di Venezia il sequel dell'horror che è valso la loro fama internazionale.
La stampa ha incontrato i due autori, il produttore Julio Fernandez e l'attrice Manuela  Velasco nella Sala Conferenze del Palazzo del Casinò.
 
Prima di affacciarci sul vostro nuovo film REC 2, vorremmo volgere lo sguardo indietro e guardare per un momento al primo capitolo. REC è stato per voi una scommessa, una scommessa che si può definire senza alcun dubbio vinta. Dove andreste a rintracciare oggi i motivi del successo del vostro film?
Jaume Balaguerò: Il successo di REC è stato sicuramente inaspettato per tutti noi. Girando il film abbiamo cercato il modo più giusto per coinvolgere lo spettatore fino in fondo, un modo per coinvolgerlo il più possibile nella narrazione. Da qui è nata l’idea di raccontare la vicenda come se si trattasse di un reportage. Era un esperimento e quindi una scommessa anche per noi. Fortunatamente siamo riusciti a vincerla.
Paco Plaza: Sì, sono perfettamente d’accordo e aggiungerei soltanto che nel nuovo capitolo abbiamo voluto proseguire su questa strada ed esplorare i nuovi orizzonti di uno stile filmico che ha contribuito in maniera determinante al successo di REC.
Pur essendo evidentissima la linea di continuità tra i due film, si notano delle alcune importanti differenze. Potreste illustrarcele?
J.B.: Il nostro nuovo progetto si reggeva proprio su due punti fondamentali: la continuità da un lato e il desiderio di non ripeterci per non rischiare di stancare lo spettatore dall’altro. La storia raccontata in REC continua in questo film, è vero, ma nello stesso tempo si assiste ad uno stravolgimento degli eventi: gli infetti del primo capitolo divengono qui dei posseduti, degli indemoniati. Il nostro intento è stato quello di trasformare l’edificio infetto in un vero e proprio “mondo altro”.
P.P.: C’è da dire inoltre che abbiamo voluto portare delle innovazioni anche dal punto di vista stilistico. In tal senso diviene fondamentale la moltiplicazione dei punti di vista che caratterizza REC 2 e lo differenzia da REC.
Risulta determinante in questo senso la trovata delle microcamere sistemate sui caschetti dei membri della squadra d’assalto. Questa soluzione provoca un apparentamento del vostro film con tanti famosi video-game che propongono proprio questo punto di vista. Era nelle vostre intenzioni muovervi in questa direzione?
J.B.: Forse no, questo “stile video-game” si è definito da solo, ma è innegabile che esista. Il mondo dei video-game ci affascina da sempre ed è quindi piacevole per noi pensare che il nostro film si muova sulla linea di confine con questo linguaggio diverso rispetto a quello del cinema. La soluzione delle microcamere serviva nei nostri intenti iniziali solo a calcare ulteriormente la mano nella direzione di un’immersione totale dello spettatore nel film.
Vorrei rivolgere una domanda al produttore Julio Fernandez. È soddisfatto della presenza sempre maggiore di film horror all’interno di festival prestigiosi come quello di Venezia? Ritiene possibile parlare di una nuova epoca d’oro per questo genere?
JULIO FERNANDEZ: Credo che le ultime tendenze permettano di rinnovare e arricchire questo genere cinematografico. Noi personalmente dobbiamo moltissimo al Festival di Venezia che ha contribuito non poco per il successo del primo film e ci ha dato la spinta e la motivazione necessarie a far fronte alle tante problematiche che si presentavano, legate per lo più ai costi di produzione e all’esportazione del film all’estero.
Un’ultima domanda rivolta all’attrice Manuela Velasco. In che modo ha fatto sue le nuove caratteristiche del personaggio che è chiamata ad interpretare in questo film? Più azione, più violenza…una vera e propria anti-eroina. È stato facile adattarsi?
MANUELA VELASCO: Posso dire che per me è stata una bella esperienza ed è stato anche molto divertente mettermi in gioco nei panni di un personaggio che non mi corrisponde. Il mio aspetto docile e la mia indole poco incline alla violenza rischiavano di rendermi poco credibile nell’interpretazione di un’assassina che fa saltare teste a volontà senza nessuna pietà. Ma ripeto, è divertente per me adesso guardarmi in questo ruolo.
J.B.: Vorrei aggiungere i miei complimenti a tutti gli attori che hanno lavorato sodo per poter recitare scene molto lunghe senza stacchi di montaggio. Dovete pensare che le scene d’azione sono molto difficili da realizzare in questo modo, ed è stato determinante il grande affiatamento tra tutti i membri del cast senza il quale questi risultati sarebbero stati impensabili.
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