VENEZIA 66 – "Tris di donne & abiti nuziali", di Vincenzo Terracciano (Orizzonti)
Quello di Terraciano è un film di enormi ambizioni e grandi modelli, che guarda evidentemente con grande riverenza alle pellicole della migliore tradizione della commedia all’italiana: peccato che in realtà si limiti alla semplice venerazione e alla blanda emulazione, senza slanci né tantomeno particolari illuminazioni.

Tutto giocato sul registro dell’ironia e della complicità di attori, Tris di donne & abiti nuziali si dipana attraverso uno sviluppo che tocca l’amore, il gioco, la tragedia ed il sorriso, tutto all’interno di quel gran calderone di umanità che si affolla per le strette vie di Napoli. Quello di Terracciano è infatti un film di enormi ambizioni e grandi modelli, che guarda evidentemente con grande riverenza alle pellicole della migliore tradizione della commedia all’italiana: peccato che in realtà si limiti alla semplice venerazione e alla blanda emulazione. Nessun slancio né tantomeno particolari illuminazioni interessano dunque Tris di donne & abiti nuziali: il regista e sceneggiatore Vincenzo Terracciano non ha infatti il coraggio di osare fino in fondo, quando in realtà, sulla carta, sembrava (potesse) esserci. Pertanto anche questa pellicola si ritrova risucchiata nell’avvilente quanto problematica realtà di un cinema italiano che pretende a tutti i costi di parlare e spiegare non attraverso il linguaggio dell’immagine a lui proprio, bensì per mezzo di una parola ridondante e per la maggior parte inutile ed irritante, peggiorata da battute scontate e trapassate.
A sette anni di distanza si ricompone la coppia di Ricette d’amore, Sergio Castellitto e Martina Gedeck. Accanto a loro una serie di volti giovani del cinema e della televisione italiana quali Paolo Briguglia, Raffaella Rea ed Elena Bouryka, in un film dal respiro corale, che affianca alla commedia i toni del dramma e le suggestioni del noir. Assoluto punto di forza è la musica di Nicola Piovani, che con un tema presto orecchiabile ed invasivo (non in maniera esclusivamente sprezzante) sottolinea tensione, sospensione, solitudine, sconforto e cadute dei personaggi.