VENEZIA 67 – La Belle Endormie di Catherine Breillat: la vita non è una favola

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Nell'attesa di Venezia 67, in questa videointervista di Reverse Shot Catherine Breillat parla del suo rapporto con le favole, un universo intriso di morte, erotismo e crudeltà. Il tredicesimo film di Catherine Breillat aprirà la sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia

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Le favole secondo Catherine Breillat: morte, erotismo e crudeltà

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Nell'attesa di Venezia 67, in questa videointervista di Reverse Shot Catherine Breillat parla del suo rapporto con le favole, un universo intriso di morte, erotismo e crudeltà.

Il tredicesimo film di Catherine Breillat aprirà la sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia: La belle endormie, girato a marzo nei dintorni di Parigi dalla combattiva regista francese, malgrado avesse subito un'emorragia cerebrale, è una versione in chiave psicoanalitica della celebre fiaba di Perrault.

 

Alcuni elementi della favola permangono – la malvagia fata Carabosse, la

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La Belle Endormie di Catherine Breillat maledizione scagliata sulla bambina: 100 anni di sonno – per costruire una storia che ancora una volta è un'esplorazione del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, tema caro alla Breillat (soprattutto L'adolescente, 1976, Vergine taglia 36 nel 1988 e il bellissimo A mia sorella, 2001).

"Diversamente da Barbablù (altro suo film prodotto da Arte e presentato a Venezia lo scorso anno nella sezione) vorrei considerare questa fiaba non come una storia che due bambine si raccontano, ma come la storia stessa di una bambina che nasce, che non comprende ancora in che mondo si trova, e che crea il proprio universo di bambina." dichiara la Breillat nelle note di regia, sul sito del coproduttore Flach Film.

 

A interpretare la protagonista Anastasia in età diverse sono Julia Artamonov e Carla Besnaïnou.

Completano il cast Diana Rudychenko, splendida mannequin russa al suo primo ruolo sul grande schermo, Kérian Mayan, David Chausse, Luna Charpentier e Rizlaine El Cohen.

 

L'infanzia è un lungo e spietato limbo che precede l'adolescenza. Anche se è proprio lì che è ambientato l'inizio fiabesco del racconto. Così la bambina cresce a poco a poco e diventa un'adolescente, che crede ingenuamente di conoscere tutto della vita. Ma la vita non è una fiaba, e l'amore per un'adolescente è come una maternità precoce, che scaglia in un'altra dimensione. Vi riporta con i piedi per terra, come si suol dire. Non si tratta dunque di una fiaba, ma del racconto di una vita che inizia".

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