VENEZIA 67 – “Ma che storia”, di Gianfranco Pannone (Controcampo italiano)
Il film è stato realizzato nell’ambito della ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia per ricordare i momenti gloriosi e bui di questo paese con differenze tanto marcate. Il racconto si snoda tra cinegiornali e documentari dell’archivio Luce, attraversando, non senza una ridondante retorica, la storia di questo paese fino agli anni ’80
In concorso nella sezione Controcampo italiano, questo è il secondo film della Mostra, dopo Noi credevamo di Martone, che analizza e documenta il complesso cammino intrapreso nel Risorgimento italiano e, qui in particolare, i 150 anni che lo seguono, dimostrando quanto sia importante, in questo momento di crisi in Italia, tornare alle origini alla ricerca del motivo per cui la Storia ci ha portato fin dove siamo.
Ma che storia è stato realizzato nell’ambito della ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia per ricordare i momenti gloriosi e bui di questo paese con differenze tanto marcate. Il racconto si snoda tra cinegiornali e documentari dell’archivio Luce, attraversando, non senza una ridondante retorica, la storia di questo paese fino agli anni ’80 e lasciando che ad accompagnarlo siano le parole di scrittori e poeti delle più disparate estrazioni sociali.
In questi canti ormai antichi e quasi sconosciuti ai popoli a cui appartengono per tradizione, è possibile rintracciare l’anima di quell’Italia, forse ancor più che nelle immagini.
Ma ciò che più di ogni altra cosa ha contribuito a mantenere vivo quello spirito è stato il cinema, a partire da film grandiosi come Senso e Il gattopardo fino ad arrivare a documentari come Ma che storia di Gianfranco Pannone.