VENEZIA 67 – “Matteo Garrone e il suo Gomorra sono stati per me punti di riferimento importanti”, parla Ben Affleck

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Fuori Concorso il secondo lungometraggio da regista di Ben Affleck.
Vincitore nel 2006 della Coppa Volpi per la sua interpretazione nel film Hollywoodland di Allen Coulter, nonché premio Oscar per la sceneggiatura di Will Hunting – Genio ribelle, traspone sul grande schermo il romanzo di Chuck Hogan, “Il principe dei ladri”, in cui si raccontano le vicende di Doug, rapinatore che si innamora durante un colpo della direttrice della banca svaligiata

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ben affleckAl Festival arriva Fuori Concorso il secondo lungometraggio da regista di Ben Affleck. Dopo Gone Baby Gone del 2007, il suo The Town è ambientato nella città natale Boston e presenta nel suo cast tutti grandi attori emergenti, come Rebecca Hall (Vicky Cristina Barcelona), John Hamm (protagonista della serie TV, Mad Men), Jeremy Renner (The Hurt Locker), Blake Lively. Ben Affleck, vincitore nel 2006 della Coppa Volpi per la sua interpretazione nel film Hollywoodland di Allen Coulter, nonché premio Oscar per la sceneggiatura di Will Hunting – Genio ribelle, traspone sul grande schermo il romanzo di Chuck Hogan, “Il principe dei ladri”, in cui si raccontano le vicende di Doug, rapinatore che si innamora durante un colpo della direttrice della banca svaligiata e farà i conti con la tentazione di cambiare vita e un agente dell’FBI che non gli darà tregua.

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Da dove parte l’ispirazione per raccontare questa storia?
Dal realismo sociale dei classici della Warner Bros di James Cagney, ma devo ammettere anche dall’ultimo film di Matteo Garrone, Gomorra, un'opera di grande tensione, che riesce a catapultare lo spettatore in un contesto violento anche se non ci sei mai stato. Lo stile di Garrone mi ha molto influenzato, soprattutto per la sua capacità di essere vero.
 
Da che parte si pone il suo film?
Ovviamente non volevo glorificare i criminali protagonisti del film. Ho cercato di mettermi nella condizione di poterli comprendere. Doug vuole anche cambiare ma non è mai facile. Cambiare non è facile per nessuno e questo punto mi premeva soprattutto affrontare. Alla fine spero di aver comunque rappresentato la violenza non in modo grottesco.
 
Ha provato sensazioni diverse al suo secondo lungometraggio?
Premetto che è mia intenzione quella di continuare a fare il regista. Per il primo film ero molto nervoso e avevo paura di non riuscire a portare a termine il compito. Stavolta invece sentivo di avere una consapevolezza e una sicurezza superiori, anche perché ho avuto la fortuna di lavorare con un cast di attori fenomenale.
 
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