VENEZIA 67 – Monte Hellman, moderno noir: Road to Nowhere
La sceneggiatura è opera di Steven Gaydos, critico cinematografico di Variety, già collaboratore di Helmann per diversi film, tra cui proprio Blind Terror. Nel cast, il protagonista, il canadese Tygh Runyan (K-19, Battlestar Galactica) è affiancato da alcune giovani attrici – la seducente Shannyn Sossamon (Le regole dell'attrazione, One Missed Call) in un ruolo ambiguo (femme fatale o vittima degli eventi?) e Dominique Swain (Lolita, Alpha Dog) nei panni una blogger che farà delle scoperte decisive – e da Fabio Testi, amico del regista, già diretto in Amore piombo e furore (1978).
Hellmann inizialmente si dedicava al teatro (a soli 10 anni allestiva la sua prima tragicommedia in un campo estivo, più tardi curò la prima rappresentazione in assoluto a Los Angeles di Aspettando Godot di Beckett) poi crebbe nella factory di Roger Corman, da sempre suo sostenitore (è del '59 Beast from the Haunted Cave) e negli anni '60 fu uomo tuttofare sui set cinematografici – dallo spedizioniere all'autista di camion fino al ruolo di montatore – tra gli altri, per Sam Peckinpah (Killer Elite) Bob Rafelson (Head) e Jonathan Demme (Fighting Mad).
“Oltre a sposarmi con la madre dei miei figli Melissa e Jared, ho sposato artisticamente Jack Nicholson, con cui ho fatto 4 film e mezzo più una sceneggiatura inedita, Epitaph” racconta Hellmann*. I due si sono conosciuti già nei '50, ma sono diventati amici nell'estate del 1960, durante le riprese di The Wild Ride di Harvey Berman: Nicholson era la stella del film, Hellman montatore e produttore associato.
Nei '70, mentre girava 3 lungometraggi continuò a ricoprire i ruoli più svariati, compreso quello di sostituto di altri registi deceduti prima della fine delle riprese, occupandosi anche di effetti speciali e post produzione, lavorando anche solo a poche scene di serie tv (qualche spettatore italiano ricorderà Baretta).
L'autore di Le colline blu (1965) La sparatoria (1967) Cockfighter (1974) Strada a doppia corsia (1971) nel 1987 è stato regista della seconda unità per Robocop di Paul Verhoeven e negi anni '90 è ben felice di rinunciare alla regia di un film che invece decide di produrre: Le Iene di Quentin Tarantino.
In una lunga e interessante intervista stracolma di chicche rilasciata a Mike White per il numero 7 di Cashiers du Cinemart, rivista americana dedicata al cinema indipendente, Monte Hellman descrive le sue maggiori influenze artistiche, già accennate durante l'incontro alla Cineteca di Bologna dello scorso anno.
Hellman racconta inoltre il suo film più divertente e al contrario il più difficile:
Iguana, invece, del 1988, come peggiore esperienza: “anche qui avevamo una location eccellente, ottimo cibo, cast e crew, ma tutto è stato rovinato da un produttore nevrotico che tentava di risparmiare fino all'ultimo minuto – fino a quando ormai era tutto inutile. Ero in un costante stato di rabbia.”
Il film di cui Hellman si dichiara meno fiero è l'esordio con Corman “troppo primitivo, avevo ancora tanto da imparare” mentre tra i suoi preferiti cita Strada a doppia corsia, Iguana, Silent Night Deadly Night 3, La Sparatoria e Cockfighter.
Molto interessante anche la lista dei film più amati da Hellmann negli ultimi decenni: Seven di Fincher, L'esercito delle dodici scimmie di Gilliam, Bottle Rocket di Wes Anderson, I fratelli McMullen di Edward Burns, La vita e nient'altro di Tavernier.
* Come riportato nel dizionario World Film Directors Vol. 2, Edited by John Wakeman, 1988.