VENEZIA 67 – “Questo è il primo film che parte da una mia iniziativa”. Incontro con Monte Hellman

monte hellmanMonte Hellman. In concorso con Road to Nowhere. Capolavoro assoluto: una implosione di cuore, tecnica e teoria. Dentro/fuori di una leggenda del sottobosco statunitense. È la storia di un giovane regista che suo malgrado si trova invischiato in una affare losco e pericoloso. Intento a girare un film importante sua una storia vera con morti e segreti politici, sembra di rivivere atmosfere hitchcockiane, in cui c’è un continuo e misterioso balletto di identità nascoste, velate, contraffatte

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monte hellmanRitorna dopo 22 anni alla regia uno dei più grandi autori del cinema indipendente americano, Monte Hellman. In concorso con Road to Nowhere. Capolavoro assoluto: una implosione di cuore, tecnica e teoria. Dentro/fuori di una leggenda del sottobosco statunitense. A Venezia è stato nel 1992 con Iguana, nella sezione Orizzonti. È la storia di un giovane regista che suo malgrado si trova invischiato in una affare losco e pericoloso. Intento a girare un film importante sua una storia vera con morti e segreti politici, sembra di rivivere atmosfere hitchcockiane, in cui c’è un continuo e misterioso balletto di identità nascoste, velate, contraffatte. Nel cast, Dominique Swain, Shannyn Sossamon e anche l’italiano Fabio Testi.

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Perché ha deciso dopo tanti anni a tornare dietro la macchina da presa?
Nella mia carriera ho sempre fatto film su commissione e secondo i progetti che mi presentavano. Questo è il primo caso in cui ho deciso di lavorare su una mia idea, senza aspettare proposte esterne. Questo è il primo film che ho davvero scelto di girare.
 
Ci può parlare della scelta della sua attrice Shannyn Sossamon?
Appena l’ho vista non ho avuto dubbi. Ho subito pensato che dovesse interpretare questo ruolo, anche se non immaginavo che avrebbe durante le riprese mostrato tanto talento. L’ho vista nel film di Roger Avery, Le regole dell’attrazione, e subito ho chiesto di incontrarla. Ho sempre creduto che gli attori bisogna conoscerli a fondo perché quasi mai rivelano la loro bravura a primo impatto. Shannyn emana luce.
 
Come mai ha deciso di girare in digitale?
All’inizio avevo un pò di timore, poi sono stato convinto dal mio direttore della fotografia, mostrandomi come la Canon Red era la migliore perché ha un diametro di 35 mm. Lentamente mi sono accorto che quella macchina avrei potuto utilizzarla come una vera e propria macchina da presa.
 
C’è Tarantino come presidente di Giuria, per la grande amicizia che vi unisce, pensa di avere qualche speranza di vittoria?
Quentin è un grande amico, so che adora i miei film, ma sono sicuro che saprà essere imparziale.
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