Venezia 69 – “”I miei film sono gli occhi con cui guardo la realtà”. Incontro con Kim Ki-duk.

pietaA presentare Pieta, il film in concorso al 69esimo Festival di Venezia sono venuti il regista Kim Ki–duk, l'attore protagonista Lee Jung-jin e l'attrice protagonista Choo Min-soo. Il film uscirà nelle sale italiane 14 settembre

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Kim Ki-dukPresentato in concorso Pieta, il nuovo film di Kim Ki-duk, storia di colpa e espiazione, che rilegge il cinema del regista alla luce di una morale cattolica. In conferenza stampa, Kim Ki-duk è stato accompagnato dagli interpreti Cho Min-soo e Lee Jung-jin

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Qual è il significato del titolo del suo film?
 

Sono stato due volte in Vaticano e ho visto la splendida opera di Michelangelo. Ovviamente non posso dire niente a proposito del valore artistico dell’opera. Con il titolo mi riferisco all’abbraccio affettuoso della madre che è pieno di affetto ma anche di dolore. Ma nel mio film la pietà si riferisce anche al capitalismo e alle conseguenze che ha sulle relazioni interpersonali.

Perché ha scelto un’attrice così giovane per il ruolo della madre?
 

I miei film precedenti erano concetrati più sull’individuo e sulla società, invece questo film è dedicato alla umanità, alla crisi e per questo ci sono i cambiamenti. Gli attori che ho scelto non avevano esperienza nel genere di film che faccio io, erano come pagina una bianca. Ho potuto sperimentare con loro, abiamo lavorato tanto sui personaggi e sono contento della loro risposta alle mie aspettative.


Per gli attori, invece, come è stata la collaborazione con Kim Ki – duk?

 

In Europa Kim Ki-duk è considerato un regista misterioso e complicato così come in Corea. La proposta di collaborare con lui mi ha spaventata un po’ perché non sapevo che cosa aspettarmi. Però è stata un’esperienza davvero bella. Quando chiedevamo a lui come fare certe scene, che cosa si aspettasse, ci rispondeva che i suoi film non aspirano a essere belli, devono raccontare la realtà. Quindi mi è sempre stato chiesto di non fare le scene esteticamente belle ma reali.
 

In che cosa consiste la forza dei suoi film?

 

In Corea dicono che sono il regista più famoso in Europa, il che può anche significare che in patria il mio cinema non è ancora noto. Ed è vero, i miei film trovano poco spazio all’interno del mercato coreano che punta soprattutto all’intrattenimento. Però ci sono anche i fan molto appasionati del mio cinema.

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