VENEZIA 69 – "Il mio film è una sorta di Miserabili moderno". Incontro con Robert Redford e Shia LaBeouf


A fronte dei suoi settantacinque anni appena compiuti, un Robert Redford in ottima forma ha presentato al Lido The Company you keep, film che lo vede nella doppia veste di regista e attore protagonista. Ad accompagnarlo anche la giovane star Shia LaBeouf

-----------------------------------------------------------------
REGALA UN CORSO DI CINEMA!

-----------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------
Scuola di Cinema Triennale – Unisciti al Set: l’Anno Accademico è Ancora Tutto da Girare!

--------------------------------------------------------------

the company you keepSignor Redford cosa l'ha spinta a realizzare una pellicola come questa?

Io sono da sempre un appassionato di Storia. Quindi, nonostante siano decenni che sogno di poter realizzare una pellicola che tratti dei movimenti anti-Vietnam e delle contestazioni degli anni settanta, ho aspettato trenta anni perchè credevo ci dovesse essere un certo distacco emotivo da quegli avvenimenti. Oggi i moti studenteschi, come la seconda guerra mondiale o il Watergate, sono una parte della nostra storia che deve essere raccontata ai nostri figli, affrontandola con obiettività e realismo. A livello personale invece trovavo molto commovente e coinvolgente il rapporto che c'è tra il protagonista e sua figlia. Proprio la voglia del mio protagonista di affrontare l'impossibile per il bene della propria figlia, oltre ad alcune interessanti similitudini nella trama, mi fa credere che questa storia sia una sorta di I Miserabili moderno.

 

Ma lei dove si trovava e cosa pensava durante le contestazioni di quegli anni?

Io allora ero convinto che i manifestanti avessero ottimi motivi per protestare. All'epoca il mio paese stava combattento una guerra ingiusta in un paese lontano. Inoltre credevo che fosse il dovere di ogni buon americano quello di scendere in piazza e manifestare visto che in quegli anni veniva messo in discussione lo stesso concetto di libertà che è alla base della storia del mio paese. Ciò non toglie che fossi anche convinto che il movimento si sarebbe presto auto-distrutto visto che, a scapito di una causa giusta, all'interno di esso viveva un'enorme senso di autocompiacimento che avrebbe messo velocemente tutti contro tutti. Io comunque ragionavo da esterno visto che in quel periodo stavo appena iniziando la mia carriera e avevo messo su famiglia.

 

Il cast è ricco di grandi caratteristi e di nuove star. Cosa l'ha portata a scegliere questi attori?

Sono un attorie io stesso quindi sono molto sensibile alla qualità dei miei interpreti. Se per Shia Le Beuf dopo aver visto molti dei suoi lavori lo consideravo cosi pieno di energia da essere perfetto per il ruolo del giornalista spregiudicato, per quanto riguarda gli altri attori ho unicamente guardato al loro talento. Nel caso di Julie Christie invece, dato che abbiamo iniziato la nostra carriera praticamante negli stessi anni e negli stessi contesti, reputavo che si potesse creare una certa affinità tra i nostri due personaggi.

 

Il film è anche una profonda critica nei confronti del giornalismo moderno. Cosa ne pensate dei media attuali?

Shia LaBeouf: Per prepararmi al mio ruolo ho studiato molto e sono stato a contatto con diversi reporter d'assalto. Sicuramente ogni attore quando interpreta un giornalista al cinema deve per forza andare a rivedere Tutti gli uomini del presidente. Tenendo ben in mente i personaggi di Bob e di Hoffman, ho cercato di portare un pò del loro carattere nel mio. E' comunque abbastanza chiaro che il giornalismo attuale è ben diverso da quello degli anni settanta. Oggi piuttosto che l'idealismo la molla che spinge molti cronisti è la ricerca dello scoop ad ogni costo, l'ossessione verso l'affermazione personale. Anche quando si cerca la verità lo si fà per enfatizzare la propria gloria. E' questa la contraddizione che ho voluto su cui volevo basare il mio personaggio.

 

Robert Redford. Sono contento che Shia abbia citato Tutti gli uomini del presidente. Quando ho cominciato a realizzare questa pellicola ho sempre avuto in mente il film di Pakula perchè avevo intenzione di marcare una sorta di somiglianza che lega questa due pellicole. In Tutti gli uomini del presidente il motivo principale che spinge i due giornalisti protagonisti ad agire è l'ego. E' vero loro vogliono a tutti costi che vinca la verità ma sono ben consapevoli che la pubblicazione del loro scoop porterà un enorme fama ad entrambi. Nel mio film ho voluto rendere più evidente questo elemento.

 

Un personaggio del film dice che il sistema americano difende solamente i super-super ricchi. La pensa veramente cosi?

Certamente. In America abbiamo un un percento della popolazione che vuole schiacciare il restante novantanove percento. Basta aver visto qualche minuto dell'ultima convention repubblicana per capire quello che stiamo veramente vivendo in America. A Wall Street, con tutto il suo potere smodato, vogliono le cose non cambino mai. Ciò ha creato un insana spaccatura che si rifletterà nella prossima campagna elettorale. Da un lato, infatti, c'è chi, come il nostro presidente, vorrebbe guidare il cambiamento e renderlo positivo,  dall'altro invece  c'è chi  lotta con ogni mezzo affinchè tutto rimanga cosi. Ciò ha generato una situazione che fa solo male al mio paese e che da cittadino americano mi rammarica molto.

----------------------------------------------------------
Regala la Gift Card di Sentieri selvaggi

----------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    ----------------------------
    Sostenete Sentieri selvaggi!


    ----------------------------