VENEZIA 69 – "Il thriller è il genere migliore per raccontare una storia tramite le immagini". Incontro con Brian De Palma, Noomi Rapace e Pino Donaggio


Brian De Palma, la protagonista Noomi Rapace e il compositore Pino Donaggio incontrano la stampa subito dopo la proiezione del bellissimo Passion: il regista americano parla della sua concezione di thriller e del rapporto con le nuove tecnologie, glissando elegantemente sui "soliti" collegamenti con il fantasma dell'onnipresente Alfred Hitchcock

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Brian De Palma, la protagonista Noomi Rapace e il compositore Pino Donaggio incontrano la stampa subito dopo la proiezione del bellissimo Passion: il regista americano parla della sua concezione di thriller e del rapporto con le nuove tecnologie, glissando elegantemente sui "soliti" collegamenti con il fantasma dell'onnipresente Alfred Hitchcock.

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Come mai il ritorno al thriller, a sei anni di distanza da Redacted?

 Brian De Palma – Ci sono questi due personaggi di donne che ho trovato sin da subito molto interessanti: ho pensato quindi che avrei potuto migliorare la storia originale mantenendo segreta l’identità dell’assassino fino alla fine.

 

Molti la criticano perché sostengono che il suo cinema sia rimasto fermo agli anni Ottanta. Il film però guarda alle nuove tecnologie, e si apre con l’immagine di uno smartphone gettato nell’acqua…

 Gli anni Ottanta? Buuuuuh! Schifo! (ride)

 

Quanto è stato influenzato dal cinema di Hitchcock?

 Hitchcock? Chi è? Non capisco…

 

Come si è preparata per il ruolo di Isabelle?

Noomi Rapace – Per ogni ruolo che accetto di interpretare ho un metodo per cercare di capire il personaggio al cento per cento, per dargli un’identità, per non farlo sembrare falso. Devo tradurre tutta me stessa in questo. Isabelle è un personaggio difficile da capire, soprattutto per me: nelle sue azioni non è guidata da ciò che io personalmente trovo giusto. E’ mentalmente a pezzi, è molto diversa da me, perché tiene tutto dentro di sé. Allo stesso tempo però è in grado di capire perfettamente gli altri. Abbiamo lavorato molto sul suo personaggio, anche grazie all’aiuto di uno psicanalista, per approfondire meglio il rapporto che instaura con il personaggio interpretato da Rachel McAdams.

 

Lei ha dichiarato che non è un film sulle donne, bensì un film per le donne.

 Brian De Palma – E’ vero, si tratta essenzialmente un film di donne, perché interpreti e personaggi sono prevalentemente femminili. Sono rimasto molto sorpreso dal rapporto che si instaura tra di loro. Rachel e Noomi, poi, si conoscevano già, ed hanno lavorato molto bene insieme.

 

E’ molto interessante il lavoro sui nuovi media. E’ come se lei ci avesse messo in guardia già tanto tempo fa sulla deriva dell’immagine.

Noomi Rapace – E’ un profeta, un’icona!

Brian De Palma – Direi che è vero, quando feci Hi, Mom!, alla fine degli anni Sessanta, affrontavo il tema della televisione e dei reality, ed è incredibile come siano andate a finire le cose, oggi. Rimango sempre un grande osservatore dei nuovi media e delle nuove tecnologie, come del resto già feci con Redacted.

 

Ci sono contrasti notevoli nella musica del film: all’inizio è più calorosa ed avvolgente, per poi diventare più tesa man mano che procedono gli eventi.

Lavoro con Pino dai tempi di Carrie, e devo dire che ho riflettuto molto sulla selezione delle musiche giuste, già da prima di iniziare le riprese. Ne abbiamo discusso insieme e abbiamo deciso cosa volevamo esattamente. Nella prima parte del film sono più calorose perché rispecchia il rapporto delle due ragazze, che stanno cominciando a conoscersi.

Pino Donaggio – Per la realizzazione delle musiche ho seguito il film, il susseguirsi degli eventi e il crescendo della tensione. Le immagini mi sono state di grande aiuto, e poi è vero, c’è quel cambiamento che comincia a metà film, o poco prima, e il commento sonoro ha agito di conseguenza. E’ il settimo film che faccio insieme a Brian, e devo dire che ci troviamo sempre molto d’accordo.

 

Potrebbe parlare della sua idea di thriller?

 Brian De Palma – Per me è il genere che più di tutti ha la capacità di raccontare una storia in maniera visiva, grazie anche all’apporto della colonna sonora. Passion mi ha dato questa possibilità, grazie anche all’apporto fondamentale delle due attrici protagoniste.

 

In Corneau non c’era la stessa tensione erotica che c’è nel film. Questa era prevista sin dalla sceneggiatura?

 Noomi Rapace – Ne abbiamo discusso insieme, prima di cominciare le riprese, e abbiamo preso le decisioni strada facendo. Le due protagoniste arrivano ad utilizzare il sesso come arma, come forma di attacco. Non c’è mai vero sentimento nelle loro azioni.

 

Recentemente lei ha rifiutato di dirigere Paranormal Activity 2, e tra poco uscirà nelle sale statunitensi il remake di Carrie. Cosa ne pensa?

 Brian De Palma –  Sì è vero, mi avevano proposto di dirigere Paranormal Activity 2, ma ho rifiutato anche se il produttore è un mio grande fan. Il remake di Carrie è stato affidato a Kimberly Pierce, la conosco ed è una regista molto brava. C’è dell’ottimo materiale, vedremo cosa ne tireranno fuori.

 

Il rapporto tra De Palma e Donaggio può essere paragonato a quello tra Hitchcock e Bernard Hermann: quali sono i requisiti di una perfetta colonna sonora?

 Ho lavorato insieme a Pino in sette film, ma anche con molti altri. Dipende sempre dal genere di film, a me piace lavorare con musicisti totalmente diversi tra loro, e lo stesso discorso vale anche per altre figure, come il direttore della fotografia. Mi piace cambiare, non ho paura di farlo. Con Pino sono stato fortunato.

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