VENEZIA 69 – "L'immaginazione non può castrare le cose che ti vengono in mente". Incontro con Marco Bellocchio e il cast di Bella addormentata


Conferenza stampa gremita quella di Bella addormentata di Marco Bellocchio, il più atteso tra i film italiani presentati al Lido. Oltre al regista e ai produttori del film, che trae spunto dal caso di Eluana Englaro, erano presenti anche gli interpreti del film tra cui Maya Sansa, Michele Riondino, Isabelle Huppert, Gianmarco Tognazzi, Alba Rohrwacher, Toni Servillo

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Perchè ha scelto il caso Englaro come sfondo per le storie raccontate in Bella addormentata?

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La cosa è nata per caso. Durante i giorni del caso Englaro sono stato aggredito da quello che vedevo e mi sono venute in mente immagini, storie, idee che ho lasciato depositare. Solo dopo qualche anno queste mie impressioni hanno preso forma e sono diventate sceneggiatura. Al momento credo che il film sveli quello che io penso sull'argomento, ma lo faccia in modo sfumato. Nei personaggi comunque non volevo mettere disprezzo o odio, anche perchè un po' in tutti trovo qualcosa di profondamente umano e interessante.

E' l'amore la chiave più importante del suo film?

Non saprei. Diciamo intanto che nel film non c'è soltanto il risveglio del personaggio di Maya Sansa per merito dell'amore. Il mio film parla di tanti risvegli. C'è ad esempio quello di Brenno che realizza di doversi allontanare dalla madre. Come anche quello di Alba Rohrwacher e del padre politico. L'elemento principale per me era un film che fosse essenziale, semplice, senza riferimenti ideologici.

Uno degli elementi più importanti del film è il rispetto di tutte le posizioni e in particolare quello per il sentire cattolico.

La mia sembra una posizione calmamente laica, ma l'immaginazione non può castrare dalle cose che ti vengono in mente. Nel film non entro nel merito della fede religiosa del personaggio interpretato da Alba ma parlo del suo innamoramento nei confronti di un ragazzo che ha delle idee opposte. E' questo l'elemento che mi interessava. Io non ho fede ma guardo con interesse a chi ce l'ha.

Ha mostrato il film a Beppino Englaro?

Prima di iniziare a lavorare. Avevo letto il suo libro, lo contattai e si disse disponibile a un incontro. Il 7 ci incontreremo di nuovo a Udine, so che ha già visto il film ma non voglio dire nulla di quello che pensa.

Una domanda a Servillo. Hai dovuto lavorare molto sulla fragilità del personaggio?

Mi piaceva il fatto che nei suoi dubbi e nelle sue fragilità il personaggio mantenesse una forte dignità. E' un personaggio ricco di conflitti e di materiale drammatico e per un attore questo è il massimo.

In fase realizzativa quanto ha pensato a un pubblico internazionale?

Per niente. Io mi affido a quello che so fare senza pensarci. Alcuni miei film sono molto piaciuti all'estero, altri meno, ma complessivamente sarebbe un calcolo rischioso e anche un po' scorretto quello di pensare a un pubblico.

Il suo film parla anche di politica. Ritiene di aver realizzato un film politico?

non loso. Non volevo avere un atteggiamento di disprezzo nei confronti dei politici, ma raccontare uno sbandamento, per certi versi una disperazione. In loro oggi vedo una disumanità patologica, una disperazione inconsapevole.

 

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