VENEZIA 69 – Superstar, l'incubo della celebrità. Xavier Giannoli tra Hitchcock e Kafka

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 

Il trailer è visibile anche qui

 

--------------------------------------------------------------
THE OTHER SIDE OF GENIUS. IL CINEMA DI ORSON WELLES – LA MONOGRAFIA

--------------------------------------------------------------
Superstar si ispira al romanzo L’idole, di Serge JoncourNel 2005, Xavier Giannoli si imbatte in L’idole, di Serge Joncour: romanzo su un uomo qualsiasi che in una sola notte, diventa famoso senza una ragione. Nel 2009 acquista i diritti del libro, ma decide di sviluppare l'idea di base modificando la storia e i personaggi, con il benestare dello scrittore. Nasce così Superstar, in concorso alla 69° Mostra del Cinema di Venezia.

Il regista francese – già autore del bell'esordio del 2003 Corpi Impazienti, con Laura Smet e Nicolas Duvauchelle, Une Aventure, con Duvauchelle, Ludivine Sagnier e Bruno Todeschini, Quand j'étais chanteur, con Cécile de France e Gérard Depardieu, e À l'origine, con Depardieu, François Cluzet e Emmanuelle Devos – questa volta fa indossare al suo protagonista Kad Merad (Les choristes, Giù al nord, La fille du puisatier) gli abiti anonimi di Martin Kazinski, un uomo come tanti, senza talenti particolari.

Come ogni giorno, Martin prende la metro per recarsi al lavoro, ma qualcosa è cambiato, senza alcun perchè: le persone lo fissano, qualcuno gli chiede un autografo, in un attimo è l'assedio, il suo nome e la sua faccia sono su tutti i media.
 

"Ho immaginato un uomo perseguitato da una situazione insieme assurda e realistica, come in Hitchcock e Kafka. Un anonimo che si trova spossessato di se stesso a causa di un'avventura più grande di lui. Un motivo che mi ha affascinato anche per Á l’Origine, in cui qualcuno si fa passare per qualcun altro. Non so perchè, ma mi trovo spesso a lavorare sui temi dell'equivoco, dell'inganno o dell'illusione. Sono attratto da questo abisso tra la verità umana e il fraintendimento sociale, perchè sento che le nostre vite si svogono in questa tensione, sull'orlo di un vuoto".

Giannoli mette in luce i paradossi della celebrità e il perverso meccanismo per cui tutto ciò che "fa evento" sembri quasi vivere di vita propria. "Si ama, si lincia, si celebra, si dimentica, si discute… a volte mi chiedo se non sia il dibattito stesso, il vero soggetto della discussione. Anche l'intelligenza finisce per essere intrappolata nel meccanismo dell'evento spettacolare. Martin non viene tormentato per la strada perchè è famoso, piuttosto è famoso perchè continua a essere perseguitato mentre cammina."

 

IlSuperstar, l'incubo della celebrità. Xavier Giannoli tra Hitchcock e Kafka regista francese fa scivolare il suo protagonista in un incubo: "Ma ecco qualcuno che per la prima volta rifiuta la volgarità, l'isteria e l'inganno della celebrità. Come il Bartleby di Melville, risponde: 'Preferirei di no'. E proprio per il su rifiuto, diventa ancora più famoso."

Ogni tentativo di Martin di sfuggire alla sua fama improvvisa e immotivata non fa che aumentare la sua esposizione. "Questa impossibilità del rifiuto è angosciante. Martin non ha neppure più la liberà fondamentale di tenersi al di fuori del sistema".

 

Martin si risveglia trasformato in celebrità, come Gregor Samsa ne La Metamorfosi si ritrova mutato in scarafaggio. Ma la sua vicenda resta costantemente sospesa tra l'angoscia, il delirio e la risata. Superstar è anche un film divertente, dice Giannoli, su una vertigine esistenziale e su un sentimento tipico della società contemporanea: una paura cieca e paranoica degli altri e di se stessi. "Sì, credo che il mondo in cui viviamo sia spaventoso: sembra che i rapporti umani non siano mai stati tanto violenti e incoerenti, sacrificati come sono alla menzogna e al tradimento di certi valori ai quali io resto attaccato con l'entusiasmo di un vecchio boy-scout. Così cerco di riderne".
 

Cécile De France in SUPERSTAR, di Xavier GiannoliAccanto a Merad c'è Cécile De France (Hereafter, Il ragazzo con la bicicletta, Un baiser papillon, Casse-tête chinois) nei panni di una giornalista che segue il trambusto mediatico provocato suo malgrado dall'uomo. Una donna che sarà mutata dall'incontro con un estraneo.

"C'è un qualche nesso tra di loro, che ha a che fare con la natura umana, la malinconia di un naufrago dopo una tempesta" racconta il regista. Completano il cast Louis-Do de Lencquesaing (Polisse, L'Apollonide, My Little Princess, Elles) l'artista italiano, attivo in Francia, Alberto Sorbelli (comparso in La révolution sexuelle n'a pas eu lieu) e Cédric Ben Abdallah (la serie  Les invincibles).

Per creare il suo idolo improbabile, Giannoli ha pensato anche alla "sacralità" delle icone  moderne. Citando un saggio di Edgar Morin, Les Stars, il regista riflette sull'elezione di un uomo banale da parte della massa, quasi come una sorta di messia o di capro espiatorio in senso antropologico. "Ma non sono un intellettuale. Non dimentico che stiamo parlando di un film, e Kad Merad è stato in grado di raccontare la società di oggi sempre muovendosi sul filo dell'umorismo e della fragilità, tra il comico e il crudele, il divertente e il tragico".
 

Superstar: il regista Xavier Giannoli sul set con Kad MeradDal punto di vista tecnico e stilistico, Giannoli, con l'aiuto del suo operatore e direttore della fotografia Christophe Beaucarne (Mr Nobody, Tournée, L'écume des jours) ha utilizzato molti spazi illuminati al neon, ipermercati, parcheggi, per sottolineare il contrasto con il suo protagonista in fuga da un altro fattore di oppressione: la velocità.

"Volevo restituire quella sensazione di eccitazione che dona energia al film, come un animale al tempo stesso digitale e primitivo che si stringe inesorabilmente intorno al collo di un uomo che vuole solo preservare il suo anonimato, il suo pudore. Volevo che si avvertisse qualcosa di elettrico, il movimento di una forza invisibile e minacciosa
".

Per la colonna sonora, il compositore Mathieu Blanc-Francard ha seguito le direttive di Giannoli: lavorare immaginando un film di spionaggio, in cui il personaggio viene braccato. Solo che in Superstar non c'è nessun complotto: "solo tanta follia da cui siamo circondati, a tal punto che una situazione assurda diventa credibile, e il vuoto furioso dei tempi moderni".

"Sono stanco di questa gara per il successo e il riconoscimento, in tutto il mondo, per tutto il tempo. Ognuno fa la sua playlist, la sua classifica, la sua lista di ristoranti preferiti o dei suoi tweet. Stiamo morendo. Come se non potessimo esistere senza lo sguardo e il giudizio degli altri, su Facebook come in strada. è anche in questo vortice di spudoratezza e narcisismo che gettiamo il nostro povero Martin. Abbiamo riso così tanto girando le scene in cui viene assediato da persone che gli urlano 'Siamo tutti come te!'

SUPERSTAR, di Xavier Giannoli, a Venezia 69 - il posterMa Superstar non nasce come film di denuncia contro i media, Internet o la massa poco illuminata. "Ho piuttosto voluto mostrare come tutto il mondo sia impegnato come un treno lanciato in una  folle corsa. Per che cosa, verso dove? Verso un centro commerciale, è l'unica cosa di cui possiamo essere sicuri."
 

Il titolo definitivo (precedentemente era Talk Show) si riferisce a una canzone dei Carpenters (la storia della cantante Karen Carpenter è stata raccontata da Todd Haynes in un film del 1988) poi ripresa dai Sonic Youth. E contiene già lo spirito del film.

"La parola 'star', privata della sua aura magica, del riferimento a un talento singolare, è diventata essa stessa come un brand di lusso che propone prodotti di fascia bassa. Vive secondo una logica folle come quella della finanza, perchè hanno sostanzialmente lo stesso obiettivo: il profitto, la quota di mercato." racconta Giannoli.

"È la lotta di tutti contro tutti, il regno dell'irrazionale. Volevo che questo panico attraversasse tutto il film. Si tratta di una forza perturbatrice e oscura, come un vortice che attrae tutti i miei personaggi nel suo buco nero. Per che cosa? Forse per un tweet, e questo è tutto."

 

Superstar sarà nelle sale francesi dal 29 agosto 2012. Le foto sono nella nostra gallery.

 

 

 

Puoi dare un contributo per questo contenuto editoriale, con una libera donazione – di qualsiasi importo – a Sentieri selvaggi.

 

 

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array

    VENEZIA 69 – Superstar, l'incubo della celebrità. Xavier Giannoli tra Hitchcock e Kafka

    --------------------------------------------------------------
    CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

    --------------------------------------------------------------

    --------------------------------------------------------------
    #SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

    --------------------------------------------------------------

     

    Il trailer è visibile anche qui

     

    --------------------------------------------------------------
    THE OTHER SIDE OF GENIUS. IL CINEMA DI ORSON WELLES – LA MONOGRAFIA

    --------------------------------------------------------------
    Superstar si ispira al romanzo L’idole, di Serge JoncourNel 2005, Xavier Giannoli si imbatte in L’idole, di Serge Joncour: romanzo su un uomo qualsiasi che in una sola notte, diventa famoso senza una ragione. Nel 2009 acquista i diritti del libro, ma decide di sviluppare l'idea di base modificando la storia e i personaggi, con il benestare dello scrittore. Nasce così Superstar, in concorso alla 69° Mostra del Cinema di Venezia.

    Il regista francese – già autore del bell'esordio del 2003 Corpi Impazienti, con Laura Smet e Nicolas Duvauchelle, Une Aventure, con Duvauchelle, Ludivine Sagnier e Bruno Todeschini, Quand j'étais chanteur, con Cécile de France e Gérard Depardieu, e À l'origine, con Depardieu, François Cluzet e Emmanuelle Devos – questa volta fa indossare al suo protagonista Kad Merad (Les choristes, Giù al nord, La fille du puisatier) gli abiti anonimi di Martin Kazinski, un uomo come tanti, senza talenti particolari.

    Come ogni giorno, Martin prende la metro per recarsi al lavoro, ma qualcosa è cambiato, senza alcun perchè: le persone lo fissano, qualcuno gli chiede un autografo, in un attimo è l'assedio, il suo nome e la sua faccia sono su tutti i media.
     

    "Ho immaginato un uomo perseguitato da una situazione insieme assurda e realistica, come in Hitchcock e Kafka. Un anonimo che si trova spossessato di se stesso a causa di un'avventura più grande di lui. Un motivo che mi ha affascinato anche per Á l’Origine, in cui qualcuno si fa passare per qualcun altro. Non so perchè, ma mi trovo spesso a lavorare sui temi dell'equivoco, dell'inganno o dell'illusione. Sono attratto da questo abisso tra la verità umana e il fraintendimento sociale, perchè sento che le nostre vite si svogono in questa tensione, sull'orlo di un vuoto".

    Giannoli mette in luce i paradossi della celebrità e il perverso meccanismo per cui tutto ciò che "fa evento" sembri quasi vivere di vita propria. "Si ama, si lincia, si celebra, si dimentica, si discute… a volte mi chiedo se non sia il dibattito stesso, il vero soggetto della discussione. Anche l'intelligenza finisce per essere intrappolata nel meccanismo dell'evento spettacolare. Martin non viene tormentato per la strada perchè è famoso, piuttosto è famoso perchè continua a essere perseguitato mentre cammina."

     

    IlSuperstar, l'incubo della celebrità. Xavier Giannoli tra Hitchcock e Kafka regista francese fa scivolare il suo protagonista in un incubo: "Ma ecco qualcuno che per la prima volta rifiuta la volgarità, l'isteria e l'inganno della celebrità. Come il Bartleby di Melville, risponde: 'Preferirei di no'. E proprio per il su rifiuto, diventa ancora più famoso."

    Ogni tentativo di Martin di sfuggire alla sua fama improvvisa e immotivata non fa che aumentare la sua esposizione. "Questa impossibilità del rifiuto è angosciante. Martin non ha neppure più la liberà fondamentale di tenersi al di fuori del sistema".

     

    Martin si risveglia trasformato in celebrità, come Gregor Samsa ne La Metamorfosi si ritrova mutato in scarafaggio. Ma la sua vicenda resta costantemente sospesa tra l'angoscia, il delirio e la risata. Superstar è anche un film divertente, dice Giannoli, su una vertigine esistenziale e su un sentimento tipico della società contemporanea: una paura cieca e paranoica degli altri e di se stessi. "Sì, credo che il mondo in cui viviamo sia spaventoso: sembra che i rapporti umani non siano mai stati tanto violenti e incoerenti, sacrificati come sono alla menzogna e al tradimento di certi valori ai quali io resto attaccato con l'entusiasmo di un vecchio boy-scout. Così cerco di riderne".
     

    Cécile De France in SUPERSTAR, di Xavier GiannoliAccanto a Merad c'è Cécile De France (Hereafter, Il ragazzo con la bicicletta, Un baiser papillon, Casse-tête chinois) nei panni di una giornalista che segue il trambusto mediatico provocato suo malgrado dall'uomo. Una donna che sarà mutata dall'incontro con un estraneo.

    "C'è un qualche nesso tra di loro, che ha a che fare con la natura umana, la malinconia di un naufrago dopo una tempesta" racconta il regista. Completano il cast Louis-Do de Lencquesaing (Polisse, L'Apollonide, My Little Princess, Elles) l'artista italiano, attivo in Francia, Alberto Sorbelli (comparso in La révolution sexuelle n'a pas eu lieu) e Cédric Ben Abdallah (la serie  Les invincibles).

    Per creare il suo idolo improbabile, Giannoli ha pensato anche alla "sacralità" delle icone  moderne. Citando un saggio di Edgar Morin, Les Stars, il regista riflette sull'elezione di un uomo banale da parte della massa, quasi come una sorta di messia o di capro espiatorio in senso antropologico. "Ma non sono un intellettuale. Non dimentico che stiamo parlando di un film, e Kad Merad è stato in grado di raccontare la società di oggi sempre muovendosi sul filo dell'umorismo e della fragilità, tra il comico e il crudele, il divertente e il tragico".
     

    Superstar: il regista Xavier Giannoli sul set con Kad MeradDal punto di vista tecnico e stilistico, Giannoli, con l'aiuto del suo operatore e direttore della fotografia Christophe Beaucarne (Mr Nobody, Tournée, L'écume des jours) ha utilizzato molti spazi illuminati al neon, ipermercati, parcheggi, per sottolineare il contrasto con il suo protagonista in fuga da un altro fattore di oppressione: la velocità.

    "Volevo restituire quella sensazione di eccitazione che dona energia al film, come un animale al tempo stesso digitale e primitivo che si stringe inesorabilmente intorno al collo di un uomo che vuole solo preservare il suo anonimato, il suo pudore. Volevo che si avvertisse qualcosa di elettrico, il movimento di una forza invisibile e minacciosa
    ".

    Per la colonna sonora, il compositore Mathieu Blanc-Francard ha seguito le direttive di Giannoli: lavorare immaginando un film di spionaggio, in cui il personaggio viene braccato. Solo che in Superstar non c'è nessun complotto: "solo tanta follia da cui siamo circondati, a tal punto che una situazione assurda diventa credibile, e il vuoto furioso dei tempi moderni".

    "Sono stanco di questa gara per il successo e il riconoscimento, in tutto il mondo, per tutto il tempo. Ognuno fa la sua playlist, la sua classifica, la sua lista di ristoranti preferiti o dei suoi tweet. Stiamo morendo. Come se non potessimo esistere senza lo sguardo e il giudizio degli altri, su Facebook come in strada. è anche in questo vortice di spudoratezza e narcisismo che gettiamo il nostro povero Martin. Abbiamo riso così tanto girando le scene in cui viene assediato da persone che gli urlano 'Siamo tutti come te!'

    SUPERSTAR, di Xavier Giannoli, a Venezia 69 - il posterMa Superstar non nasce come film di denuncia contro i media, Internet o la massa poco illuminata. "Ho piuttosto voluto mostrare come tutto il mondo sia impegnato come un treno lanciato in una  folle corsa. Per che cosa, verso dove? Verso un centro commerciale, è l'unica cosa di cui possiamo essere sicuri."
     

    Il titolo definitivo (precedentemente era Talk Show) si riferisce a una canzone dei Carpenters (la storia della cantante Karen Carpenter è stata raccontata da Todd Haynes in un film del 1988) poi ripresa dai Sonic Youth. E contiene già lo spirito del film.

    "La parola 'star', privata della sua aura magica, del riferimento a un talento singolare, è diventata essa stessa come un brand di lusso che propone prodotti di fascia bassa. Vive secondo una logica folle come quella della finanza, perchè hanno sostanzialmente lo stesso obiettivo: il profitto, la quota di mercato." racconta Giannoli.

    "È la lotta di tutti contro tutti, il regno dell'irrazionale. Volevo che questo panico attraversasse tutto il film. Si tratta di una forza perturbatrice e oscura, come un vortice che attrae tutti i miei personaggi nel suo buco nero. Per che cosa? Forse per un tweet, e questo è tutto."

     

    Superstar sarà nelle sale francesi dal 29 agosto 2012. Le foto sono nella nostra gallery.

     

     

     

    Puoi dare un contributo per questo contenuto editoriale, con una libera donazione – di qualsiasi importo – a Sentieri selvaggi.

     

     

     

    --------------------------------------------------------------
    CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

    --------------------------------------------------------------

      ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

      Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


      Array