VENEZIA 70 – Incontro con Errol Morris

errol morris, the unknown known
Dice di essere "preoccupato" Errol Morris (In The kingdom of Unabomber, The Fog Of War, Standard Operating Procedure) dalle domande che il pubblico può porsi sul suo film The Unknown Known, in concorso alla 70. Mostra del Cinema di Venezia. Immediatamente sorride e si smentisce, presentando l'inedito dipinto di Donald Rumsfeld alla stampa internazionale

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 errol morrisDonald Rumsfeld, burattinaio stoico della guerra in Iraq, presenta il suo corposo curriculum (Segretario della Difesa degli Stati Uniti prima sotto l'ala del presidente Gerald Ford e successivamente per il governo di George W. Bush, membro del Congresso e consigliere di quattro diversi presidenti) al regista Errol Morris, che ha raccolto attentamente ogni "singolo fiocco di neve" nel suo film The Unknown Known, tra quiete e tempesta. 

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Errol Morris chi è Donald Rumsfeld? 

Chi è Donald Rumsfeld? sei anni al centro di due guerre, membro del Congresso, Segretario della Difesa degli Stati Uniti. Ieri accusava il regime di Assad, oggi dice che non è giusto intervenire in Siria. Donald Rumsfeld è un mistero anche per se stesso. 

 

Rispetto al Robert MacNamara, protagonista del suo film The Fog Of War, che sembrava essersi pentito del suo operato, Donald Rumsfeld appare imperturbabile. E' quello che voleva trasmettere con questo film? Che in lui non è emerso alcun senso di colpa?

No, non posso dire questo. Non posso  neanche dire che il film sia fine a se stesso. Ritengo che il mio compito sia stato quello di catturare la personalità di Donald Rumsfeld, soprattutto nell'affrontare le conseguenze del suo operato. Come ha detto mia moglie (quella intelligente della famiglia) MacNamara è "l'Olandese Volante", un uomo nel mondo, in cerca di redenzione. Ramsfeld invece è un pò come il gatto di Alice nel Paese delle Meraviglie: ora c'è, ora non c'è. E alla fine scompare, mostrando solo il suo sorriso.

 

Dunque qual'è stato l'obbiettivo nel girare questo film?

Sicuramente non quello di ottenere una confessione, di nessun genere. Non sono un cattolico né tantomeno un prete. Sono solo un ragazzo di Long Island che voleva entrare nella testa di Donald Rumsfeld per scoprirne i suoi ricordi, le sue memorie, i suoi famosi "fiocchi di neve". E credo di esserci riuscito.

 

The Unknown Known sembra quasi un film sulla fascinazione del potere. Donald Rumsfeld ha dimostrato di avere una spiccata capacità di manipolazione.  Anche lei si è sentito in qualche modo manipolato, o pensa di essere stato abbastanza critico con lui?

Manipolato? Direi proprio di no. Sono stato molto duro con lui, il ritratto che presento è devastante. L' ho lasciato libero di contraddirsi continuamente, di perdersi nel suo mare di definizioni, di nomenclature. Il noto ignoto che viene a galla, mentre tenta di confodere le acque…Si tratta semplicemente del ritratto di una persona.

 

Questo ritratto è durato 33 ore di intervista. Si sa che lei è molto preparato in materia di politica estera ma per questo incontro, così intenso, si è dovuto preparare?

33 ore divise in 11 giorni. Sì, mi sono dovuto preparare molto. Ricordo che anche con MacNamara sembrava stessi per affrontare un esame e così è stato anche questa volta. Ma una cosa voglio dirla: non credo nelle domande preconfezionate. Affermo sempre di non sapere da dove cominciare, ed è la verità.

 

Lei ha detto che Rumsfeld cambia spesso le carte in tavola, si contraddice. Qui in Italia siamo abituati alle smentite repentine fatte dai politici, in riferimento a delle loro affermazioni. Non crede che si tratti semplicemente di politica e dei suoi giochi di potere?

Sì, certo ma a me interessava vedere come lui riesce a contraddirsi a distanza di pochi secondi. Mi interessava focalizzare l'attenzione sulla persona. Se recita? non lo so. Rimane un mistero. 

 

Ha contattato lei Rumsfeld per il film o è stato lui a contattatarla?

Avevo letto il suo libro di memorie known and Unknown e l'ho contattato. Lui ha accettato: credeva che collaborare al film sarebbe stato un ottimo modo per promuovere il suo libro.

 

Com'è stato lavorare con il musicista David Elfman? Gli ha lasciato carta bianca? 

 E' una persona straordinaria, un grande professionista, un eccellente compositore. Personalmente non dico mai cosa fare o cosa non fare, eventualmente apporto correzioni. In questo caso non ce n'è stato bisogno. Avevamo già collaborato insieme e devo dire che questa è la sua colonna sonora migliore. Spero di poter lavorare ancora con David.

 

 

 

 

 

 

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