VENEZIA 70 – “Summer 82 When Zappa came to Sicily”, di Salvo Cuccia (Fuori Concorso – Proiezioni speciali)

Summer 82 when Frank Zappa came to Sicily
Nell’estate del 1982 Frank Zappa chiuse il suo tour italiano a Palermo. Dopo oltre trent’anni Salvo Cuccia, suo grande fan, con la famiglia del musicista ricorda quel giorno, ricorda la sua assenza da quel concerto e l’atmosfera di quegli anni. L’emozione resta assicurata, ma aleggia una certa aria compilativa che purtroppo nuoce alla scorrevolezza del testo

 

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Summer 82 when Frank Zappa came to SicilySalvo Cuccia, il regista del film Summer 82 When Zappa came to Sicily, sfoglia l’album dei ricordi e lo fa con la sincera intenzione di raccontare un episodio importante della sua vita e di fare rivivere un suo mito musicale della sua gioventù.

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Era il 1982, Cuccia aveva 22 anni era di leva a Pordenone. Il 14 luglio di quell’anno due avvenimenti avrebbero segnato quella data: il festino di Santa Rosalia, ma soprattuttoil concerto di chiusura del tour italiano della rockstar Frank Zappa. Per la sua appartenenza alla città la festa aveva il suo peso, ma per la sua cultura il concerto di Zappa era imperdibile. Così Salvo Cuccia con il padre affrontano in auto un viaggio di 1400 chilometri per arrivare all’appuntamento musicale.

Molti anni dopo lo stesso Cuccia accompagnerà la moglie di Frank Zappa, i figli e la piccola nipote, nonché l’amico Massimo Bassoli in un viaggio nella memoria nella Partinico cittadina dalla quale era partita la famiglia d’origine dell’artista. La visita a Partinico diventa l’occasione per commemorare e ricordare Zappa per riscoprire la sua memoria e guardare le immagini del concerto di quel 14 luglio 1982 al quale, per inciso, il regista del film non riuscì ad assistere. Ma quel concerto finì con gli scontri con la Polizia.

Con un alternarsi di immagini d’epoca e intrecciando a quelle i ricordi ancora vivi, si guarda al presente, alla vita dei figli del musicista sinceramente emozionati davanti all’occhio di Cuccia, si sentono le parole di Gail, la moglie, che ritrova in quei luoghi le tracce del marito prematuramente scomparso.

C’era l’esigenza, da parte dell’autore, di guardare a quella vicenda, forse per rinsaldare un legame con il padre che sarebbe scomparso due mesi l’accadere di quegli eventi.

Una certa aria compilativa, purtroppo nuoce alla scorrevolezza del testo e con un po’ di coraggio in più si sarebbero potute accorciare certe lungaggini. Se la memoria non avesse giocato un ruolo così largamente invasivo, il film avrebbe potuto fare convergere su di se con maggiore forza la riflessione collaterale sul fenomeno dell’immigrazione che indubbiamente esiste, ma celato, troppo celato, tra le pieghe del racconto.

L’emozione resta comunque assicurata e un altro piccolo pezzo di storia trova la sua testimonianza.

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