E’ difficile non emozionarsi davanti alle immagini della nostra storia, o meglio sarebbe dire delle nostre storie, quelle con la s minuscola, che l’Archivio Luce ha raccolto nel corso dei suoi 90 anni di attività. Per festeggiare un compleanno tanto importante è stato affidato a nove registi (in realtà dieci perché due sono in coppia: Marco Bonfanti, Claudio Giovannesi, Alina Marazzi, Pietro Marcello e Sara Fgaier, Giovanni Piperno, Costanza Quatriglio, Paola Randi, Alice Rohrwacher, Roland Sejko) il compito di scegliere un argomento, un tema, un’avventura, un punto di riflessione della storia d’Italia per raccontarlo in 10 minuti utilizzando, appunto, il materiale dell’Archivio. Il risultato è un prodotto collettivo ben amalgamato (i nomi sono mostrati solo nei titoli di coda e non nei singoli episodi) nel quale le diverse personalità e scelte degli autori hanno comunque la possibilità di caratterizzarsi individualmente.

E’ come se tutti, pur riflettendo su tempi che non hanno vissuto, ricordassero la  propria infanzia culturale, le proprie radici, con una raggiunta consapevole maturità rispetto a quel passato e con un ancora crescente e non definitivo sguardo rivolto al presente, problematicamente legato a certe questioni ancora non risolte. Su tutti gli argomenti, a prevalere è quello del senso religioso del sacro e del profano che da sempre ha accompagnato il popolo italiano (presente maggiormente in Miracolo italiano di Giovanni Piperno), e soprattutto la questione delle donne e della sessualità affrontata in due episodi, Il mio dovere di sposa di Claudio Giovannesi e Progetto Panico di Paola Randi che risulta essere, inevitabilmente, il più legato all’attualità – non a caso è l’unico che si pone da una prospettiva futura, addirittura fantascientifica, visto l’emancipazione ancora in corso di un simile argomento. Ma il Novecento italiano è anche segnato dalla guerra (L’entrata in guerra di Roland Sejko), dal lavoro (soprattutto contadino – L’Italia umile di Pietro Marcello e Sara Fgaier), dai crolli e dalle ricostruzioni, dallo spettacolo fiorente delle canzoni e dei primi programmi televisivi (Una canzone di Alice Rohrwacher).

Ogni regista ha scelto un modo diverso di raccontare la sua storia: nella maggior parte degli episodi è presente un commento fuori campo, che si tratti di voci radiofoniche o televisive di allora, letture di diari, poesie e testimonianze, creazioni degli autori. Un solo episodio, Tubiolo e la luna di Marco Bonfanti, sceglie la via della fantasia, utilizzando le immagini per creare una storia di finzione, e proprio per questo risulta essere il più favolistico e spensierato. 

E’solo grazie al proprio patrimonio culturale acquisito negli anni che è possibile avere un’identità e costruire un futuro che scelga di rivoluzionarlo o di conservarlo a seconda delle sue consapevolezze. Il Novecento, e chi l’ha vissuto, ha avuto la fortuna di poterlo conservare in immagini e quindi di fissarlo nella memoria e l’Archivio Luce è la nostra memoria. 

 

 

Tutti gli episodi: Marco Bonfanti – Tubiolo e la luna; Claudio Giovannesi – Il mio dovere di sposa; Alina Marazzi – Confini; Pietro Marcello e Sara Fgaier – L’Italia umile; Giovanni Piperno – Miracolo italiano; Costanza Quatriglio – Girotondo; Paola Randi – Progetto Panico; Alice Rohrwacher – Una canzone; Roland Sejko – L’entrata in guerra.