A quattro anni da La solitudine dei numeri primi Saverio Costanzo (In memoria di me, Private)  torna nel concorso veneziano con Hungry Hearts, dramma familiare d'ambientazione newyorkese. Tratto da libro Il bambino indaco di Marco Franzoso, il film è stato presentato questa mattina in conferenza stampa. Ad accompagnare la pellicola, oltre il regista romano, sono intervenuti i due protagonisti Adam Driver (A proposito di Davis, Tracks, Frances Ha) e Alba Rohrwacher (Le meraviglie, Il papà di Giovanna, Cosa voglio di più).

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Durante la proiezione c'è stato un applauso spontaneo durante una scena violenta. Cosa pensa di questa reazione?

Saverio Costanzo: Scrivendo questo film non mi sono chiesto dove fosse la ragione. Non volevo prendere posizione, ma desideravo accostarmi ai personaggi con tenerezza. Se in sala si prendono le parti dei protagonisti significa che il film è vivo. Io non ho fatto un film contro qualcuno. La pelllicola è un momento di catarsi, anche per me. Le reazioni di chi guarda dimostrano che il film porta qualcosa con sè.

La storia ha un'ispirazione reale?
Saverio Costanzo: La storia viene da un libro che lessi un anno e mezzo prima delle riprese e che mi respinse. Con il tempo, però la mia vita è cambiata e questa storia tornava a venirmi in mente. Prima di scriverlo non l'ho nemmeno riletto. Il suo svolgersi in modo cronachistico potrebbe farla sembrare una storia vera ma non so davvero se Franzoso abbia avuto un'esperienza diretta.

E' divertente il fatto che il protagonista assomiglia fisicamente all'autore del libro…
Saverio Costanzo: Davvero? Non ne avevo idea. Io non conosco Franzoso, non  ci siamo mai incontrati. Ho letto il suo libro e ci siamo scritti dopo che lui ha visto il film ma dal vivo non l'ho mai visto. Sono molto contento che stasera ci incontriamo.  

Alba, questo personaggio ti ricorda quello de Le meraviglie
Alba Rohrwacher: Sono due film diversi e due diverse. Il filo rosso che le unisce è l'amore assoluto verso i propri figli. Mina è animata da questo amore ossessivo che diventa un'arma a doppio taglio.

Qual'è stato il tuo rapporto con il libro?
Alba Rohrwacher: E' stato simile a quello di Saverio ma poi ho letto lo script e ho capito quanto dovesse essere interessante intraprendere questa avventura. Per me Mina non è matta, è portatrice di un sentimento d'amore che diventa pericoloso. E' inserita in un continuo cambiamento che alla fine viene troncato.

Si è documentato prima di scrivere il film?
Saverio Costanzo: No, anche perchè la storia di Franzoso è precisissima. Non ero interessato a fare nessuna ricerca sociologica o analitica, anche io non credo che Mina sia pazza. Se ci riconosciamo in lei, nel suo dolore, significa che la storia è modernissima. 

Il titolo è abbastanza particolare..
Saverio Costanzo: Alba mi ha detto che si chiama Hungry Hearts anche un film del 1922, è curioso. Il titolo è una citazione di Springsteen. Io credo che la sua discografia sia piena di titoli magnifici, tutti perfetti per il cinema. Su questo titolo ci siamo combattuti parecchio ma se alla fine è rimasto significa che fosse quelllo giusto. 

Quanto ha influito l'esperienza di In Treatment nella scrittura del film?
Saverio Costanzo:  E' stata un'utilissima scuola di scrittura. Senza non sarei stato capace di scrivere questo film. Con In Treatment ho imparato le regole dellla drammaturgia e la sua spregiudicatezza. In una serie tutto è credibile e possibile, lavori del genere spostano il confine sempre più in avanti. 

Adam, cosa ti ha attratto di questa storia?
Adam Driver: La prima cosa  che mi ha attratto è stato il lavoro di coppia, entrando in scena con Alba non sapevo cosa sarebbe accaduto. Prima abbiamo avuto un approccio ludico tra di noi, poi siamo stati aggressivi e territoriali. Abbiamo lavorato su primi impulsi, in scena spazio claustofobico. Sono contento che questa storia mi abbia dato questa possibilità.

La continua alternanza di generi cinematografici è stato un effetto voluto?
Saverio Costanzo: Nel girare il film non ho pensato a nulla. Non ho avuto pellicole di riferimento ma mi sono rifatto leggermente all'approccio spregiudicato di Cassavetes, alla sua ribellione dal sistema. Nel film il nostro è stato un approcio sentimentale, non citazionista. Il film è tutto istinto,  non c'era tempo di pensare. Avevo questo piccolo luogo e ho messo la camera ovuque. iFare un film del genere mi è utile per continuarmi a chiedere se so ancora guardare cosa mi circonda. 

Perchè ha girato in America?
Saverio Costanzo: Mentre scrivevo non riuscivo ad immaginarmi la storia ambientata in italia. Ho abitato in America, e come Mina ho avuto un rapporto faticoso con essa, specie con il cibo. New York è una citta da cui difendersi. Visto quanto ho sofferto a New York  mi sono sentito in diritto di poterla raccontare.

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