VENEZIA 71 – L'attesa del maggio, di Simone Massi (Orizzonti) e Animata Resistenza, di Francesco Montagner e Alberto Girotto (Venezia Classici – Documentari)

L'attesa del maggio

Per tutta la sua carriera, Simone Massi ha raccontato piccolissime storie, minuscoli frammenti di vita contadina ormai dimenticata. Nei suoi disegni si riflette un altro mondo, un altro modo di vivere e di combattere che si artiglia all’orlo del baratro, in procinto di venire inghiottito dal nero dell’oblio.

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L'attesa del maggioSono mani sporche di colore che scavano la terra, che accarezzano le colline morbide delle campagne marchigiane, mani dure e insieme morbide che scorrono sui volti animali e sui fogli pesanti di colore stratificato. L’arte di Simone Massi (la cui bellissima sigla accompagna da ormai tre anni il Festival di Venezia) nasce da qui, dal fango e dalle pietre, dai solchi e dai volti delle persone amate che egli cerca con enorme umiltà di far parlare attraverso i suoi lavori.

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C’è una sottile differenza tra animazione resistente e animata resistenza, benché entrambe le formule si addicano al regista – animatore (che mette l’anima). Il lavoro di Massi, nonostante le centinaia di premi vinti in festival di tutto il mondo, rimane sconosciuto ai più, ma da più di dieci anni egli continua il suo meraviglioso lavoro, rimanendo inoltre uno dei pochissimi a realizzare ancora animazione interamente artigianale. È proprio dal lavoro manuale che Massi proviene, replicato nella sua tecnica di disegno: non un comporre le figure dal bianco, ma uno scavare nel colore nero per far emergere il candore del bianco sottostante. Un dissotterrare le immagini che richiama tanto i solchi nel terreno che le rughe e i tagli sulle mani e le fronti delle persone a lui vicine, persone che ebbero il coraggio di resistere alla guerra e al fascismo, patendo il freddo, la fame e il dolore, sporcandosi le mani col sangue dei propri figli. Per tutta la sua carriera, Massi ha raccontato piccolissime storie, minuscoli frammenti di vita contadina ormai dimenticata. Nei suoi disegni si riflette un altro mondo, un altro modo di vivere e di combattere che si artiglia all’orlo del baratro, in procinto di venire inghiottito dal nero dell’oblio. Animata Resistenza

Anche in quest’ultimo lavoro, L’attesa del maggio, assistiamo a una realtà liquida, dove forme e direzioni convivono in un fluire continuo, dove una persona può essere un’ombra, una porta e un muso di bestia nello stesso minuto. Questa profondità di visione vertiginosa, che scava ancor più a fondo della vanga, lega l’uomo ai suoi strumenti di lavoro, alla terra che lavora e agli animali che abbraccia, in un gorgo scuro dove solo il colore rosso emerge e contrasta il buio. Il rumore della campagna, l’eterno urlo dei cani e il canto dei passeri, il vociare indistinto e i tuoni che scandiscono il tempo sono il tappeto sonoro che più che semplicemente accompagnare le immagini, le plasma e le impasta in un'unica esperienza.

Quella di Simone Massi è una sensibilità rara, i suoi sono occhi morbidi d’animale, abbastanza grandi e scuri per usarli da specchio, ma che conservano in loro una scintilla (rossa, non bianca) in grado di rischiarare il buio – dalla nube (di pastello) alla resistenza

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