VENEZIA 71 – O Velho do Restelo, di Manoel de Oliveira (Fuori Concorso)

O velho do restelo
Un dialogo tra fantasmi che parla la lingua del fuoco e della follia. Denso e stratificato, in soli diciannove minuti de Oliveira proietta un mondo: un qualcosa che sprofonda nel ventre molle della terra e di cui intravediamo solo ciò che ancora non è stato ingoiato

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O velho do resteloUn libro che galleggia, sommerso dalle onde, mentre si gonfia d’acqua e diventa sempre più pesante. Sui titoli di testa, il mare si accarezza come sempre ha fatto fin dal primo giorno del mondo. Poi, in un giardino immerso nel verde e nell’oro del sole, de Oliveira fa incontrare epoche e penne diverse: Luís de Camões, Camilo Castelo Branco e Teixeira de Pascoaes, tre pilastri della letteratura portoghese, e il Don Chisciotte di Cervantes, presi da una discussione che va ben oltre l’inchiostro versato su carta. Ma i riferimenti e le suggestioni si moltiplicano, quando le stesse figure riprendono vita grazie all’inserimento di frammenti tratti da film precedentemente girati dallo stesso regista portoghese (tra cui Amor de Perdicao). Un dialogo tra fantasmi che parla la lingua del fuoco e della follia. Denso e stratificato, in soli diciannove minuti de Oliveira proietta un mondo: un qualcosa che sprofonda nel ventre molle della terra e di cui intravediamo solo ciò che ancora non è stato ingoiato. Nonostante la discussione si concentri sulla figura di Camilo, è impossibile ignorare l’abbraccio di Chisciotte alle pale del mulino a vento, il corpo esile trascinato in cielo. Allo stesso modo, De Oliveira continua a combattere per realizzare il suo personalissimo cinema, come dimostra la difficile produzione di questo stesso cortometraggio. A frenare lo slancio donchisciottesco c’è la fissità dell’occhio di De Oliveira e dei poeti, specchiata dalla fissità dei personaggi richiamati a vivere sullo schermo del ricordo, che incarnano i versi recitati da de Pascoaes, braci ardenti che portano la mente su schermi assenti, su cui narrare infinite storie non ancora toccate da occhi umani.

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