#Venezia 72 – A Copy of My Mind, di Joko Anwar

Tanto materiale quindi, che però le due ore di film non riescono a sviluppare adeguatamente. Il risultato è quindi indeciso, eccessivamente diluito, mai veramente incisivo. In Orizzonti

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Sari è una giovane ragazza di Giacarta che lavora in un salone di bellezza; la sua passione è il cinema, e ama trascorrere il tempo libero guardando copie pirata di film, dei quali però si ritrova sempre insoddisfatta a causa della scarsa cura nei sottotitoli. Alek è il ragazzo che si occupa appunto di tradurli, e il loro incontro porterà all’inizio di una relazione tra i due, almeno fino a quando verranno involontariamente in possesso di un filmato che documenta la corruzione delle alte sfere locali.

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Ci sono molti film diversi, dentro A Copy of My Mind: c’è la commedia (tutta la prima parte), la storia d’amore tenera e cinefila, e infine c’è il thriller dalle sfumature quasi politiche. Sullo sfondo, una metropoli alla vigilia delle elezioni, tra promesse dei candidati e oscure manovre lontane dai riflettori. C’è spazio persino per una riflessione sulla fruizione del cinema, sempre più lontana dalle vie della legalità a vantaggio del mercato nero e della pirateria; la protagonista soddisfa la propria fame di visioni attraverso copie di scarsa qualità, non potendosi permettere quelle originali, mentra dall’altra parte Alek incarna una delle figure più popolari nell’era della cinefilia su internet, ovvero quella del traduttore di sottotitoli (spesso facendo affidamento semplicemente a google translator).

Tanto materiale quindi, che però le due ore di film non riescono a sviluppare adeguatamente: il passaggio da un registro all’altro avviene in maniera repentina e meccanica, non sempre riuscendo a tratteggiare chiaramente i confini entro i quali Joko Anwar vuole contenere la portata del suo discorso. Il risultato è indeciso, eccessivamente diluito, mai veramente incisivo. Anche il finale, politicamente sovversivo, perde per strada tutto il proprio potenziale, nonostante il filmato nascosto dentro la custodia di un ipotetico Transformers 6 rimane un’idea tutt’altro che banale. Ma tutto è appena accennato, e persino la difficile situazione politica e sociale dell’Indonesia rimane un aspetto pallido, abbandonato a se stesso, senza una reale ragion d’essere.

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