#Venezia 73 – Incontro con Jean Paul Belmondo, Leone d’oro alla carriera

Ha interpretato più di 80 film, attore simbolo della Nouvelle Vague francese, è oggi un tranquillo che pensa al futuro e a continuare a divertirsi. Al festival per il Leone d’oro alla carriera

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Ha interpretato più di 80 film, è stato uno degli attori simbolo della grande stagione della Nouvelle Vague francese, se non altro per avere interpretato il film che l’ha inaugurata, ha interpretato forse tutti i ruoli possibili e con la sua espressione sorniona e beffarda ha fatto innamorare le donne che ancora lo ammirano all’età di 83 anni. Jean Paul Belmondo è oggi un tranquillo signore con una bella chioma bianca che pensa al futuro e a continuare a divertirsi, come ha sempre fatto.
Ricorda i suoi esordi e quando gli viene domandato di cosa riesca a provare quandobelmondo-e-barbera pensa di avere lavorato con Jean-Luc Godard e Philippe De Broca, risponde che si tratta di due grandissimi registi, ma che quando si lavora, tutto è molto difficile, molto duro.
Sorride con l’aria di divertirsi moltissimo, anche se i tempi dell’incontro incalzano e quando gli viene chiesto se ricorda a quale età ha deciso di diventare attore, risponde: Non ero sicuro di volere fare questo mestiere. Ho fatto teatro per nove anni. Poi un giorno Jean-Luc Godard mi ha chiamato e mi ha chiesto se avessi voluto lavorare con lui. Si trattava di À bout de souffle e da lì è cominciata davvero la mia carriera.
Ma è vero che con l’età si sente più attraente e poi è vero che si lavora meglio e si interpretano meglio i ruoli? Si – risponde – è tutto vero. È proprio così.

belmondo-venezia-73Non lesina sintetiche risposte sulla sua vita privata e all’affermazione che ancora molte donne avrebbero piacere di conoscerlo risponde di avere una donna ed essere sposato.
Belmondo è sicuramente un uomo il cui passato non è soltanto fatto di cinema, ma anche di molte esperienze, tra le quali la recente malattia, ma il suo rapporto è soprattutto con il futuro: Io non penso mai al passato, solo al futuro, guardo davanti a me, sempre davanti.
I suoi innumerevoli ruoli lo hanno portato ad interpretare film di cassetta, ma anche un cinema autoriale, magari difficile e gli si chiede in quali di questi film e di interpretazioni si riconosca di più. Ma la sua filosofia resta sempre la stessa, fatta di pragmatismo e fiducia: Io mi sono sempre divertito. Il cinema, in fondo è come la vita, un giorno si ride e un giorno si piange. Credo che nel cinema abbia fatto tutto quello che avrei voluto fare. Non ci sono cose che ho il rimpianto di non avere fatto.
La sua fiducia si manifesta anche nei confronti dei giovani attori quando afferma: Esiste sicuramente un mio erede, anzi ce ne sono dappertutto.
Più complicato il rapporto con la felicità. La felicità oggi è un po’ complicata, troppe guerre, troppe violenze. Eppure anche in questa condizione si può fare di tutto per essere felici.
La curiosità spinge a chiedergli quale sia oggi il suo rapporto con Alain Delon. Siete ancora amici? Certo che sono amico suo, ci vediamo sempre, risponde ridendo divertito.
Che ricordo ha di Venezia nel suo passato e quali sono oggi i suoi sentimenti perjean-paul-belmondo questo premio del Leone d’oro alla carriera? Ho trascorso molto tempo qui a Venezia quando ero giovane. Mi ricordo che sono venuto con la mia prima moglie. Quando venivo a Venezia pensavo di trovare Cinecittà. In effetti una volta appena lasciata la città mi chiamò De Sica per chiedermi se volevo lavorare nel suo film La ciociara con Sofia Loren. Una volta mi è successo di sorvolare Venezia aggrappato ad un elicottero!
Questo Leone d’oro mi fa provare una grande felicità e sono onorato di venire ancora una volta in questo festival e di essere qui a Venezia per ritirare questo premio.
L’incontro si chiude, lui è sempre molto divertito e con le difficoltà dell’età si avvia accompagnato dagli applausi e dai …bravo…bravo… verso l’uscita. Questa sera la consegna del premio.

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