Venezia 81 – Babygirl. Incontro con Halina Rejin, Nicole Kidman e il cast

Femminismo, sorellanza e lotta al politicamente corretto per il nuovo thriller di Halina Rejin, Babygirl, presentato oggi in concorso a Venezia 81, con lo sguardo rivolto a Paul Verhoeven

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All’ottantunesima Mostra del Cinema di Venezia si è tenuta la conferenza stampa di Babygirl, l’ultimo film della regista e attrice Halina Rejin; oltre a lei erano presenti gli interpreti Nicole Kidman, Antonio Banderas, Sophie Wilde e Harris Dickinson, sotto la mediazione di Giulia D’Agnolo Vallan.

Se da una parte la regista ha risposto a molte domande sulle varie tematiche sulle quali il film si basa, la vera protagonista è stata Nicole Kidman: con lei si è discusso di carriera, la percezione del proprio personaggio, del corpo come “arma femminista” e di come la propria carriera sia di ispirazione per le generazioni successive – tra cui quella di Sophie Wilde, sua co-star nel film.

Tuttavia, ciò che colpisce di più dalla conferenza è il legame che unisce il cast e la regista, come tutti volessero parlare attraverso Babygirl del presente, dello sguardo femminile e di come i giovani d’oggi siano confusi da un mondo che non li capisce; un po’ come è stato per le donne per secoli. Un cast unito e coeso, sempre pronto a condividere un gesto d’affetto gli uni con gli altri.

Ed è infatti questo uno dei punti forti di Babygirl: l’esplorazione delle relazioni umane, come la crisi di una donna sia vissuta ma raccontata attraverso uno sguardo femminile; come un giovane si approcci al mondo, ma raccontato attraverso gli occhi della generazione più giovane. Questo Halina Rejin ha voluto renderlo chiaro. Infatti, Nicole Kidman prima, Halina Rejin poi e infine Harris Dickinson hanno esposto quanto il film abbia attinto dal loro background e di come possa essere capace di raccontare e di parlare a più generazioni.

Halina Rejin ha reso omaggio a Paul Verhoeven, per il quale lei in quanto attrice recitò in Black Book: ai suoi thriller la regista ha affermato di ispirarsi, anche se rendendoli più moderni – una donna protagonista che vive la sua avventura senza obblighi, uno sguardo femminile che racconta e vive, e la necessità di esplorare i lati nascosti nelle donne. Perché, tutto questo, gli uomini lo hanno vissuto e interpretato per decenni, mentre per le donne il “thriller non punitivo”, così come la commedia romantica più “scollacciata”, è un territorio nuovo tutto da esplorare.

Perché, come ha affermato Antonio Banderas, nel mondo del “politicamente corretto”, un film che non si pone limiti è importante.


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