Venezia 81 – Iddu. Incontro con Piazza, Grassadonia e il cast

Il duo di registi siciliani con il cast (tra cui Toni Servillo e Elio Germano) incontrano la stampa per raccontare il loro ultimo lavoro sulla latitanza di Messina Denaro in concorso a Venezia 81

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Si è tenuta oggi la conferenza stampa di Iddu, il film sul boss mafioso Matteo Messina Denaro di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Presenti in sala, oltre ai due registi, il cast con Toni Servillo, Elio Germano, Barbora Bobulova e Daniela Marra e i produttori Paolo Del Brocco per Rai Cinema e Nicola Giuliano per Indigo Film. Seduti in prima fila Antonia Truppo, Betty Pedrazzi, Giuseppe Tantillo, il musicista e cantautore Colapesce che per il film ha curato le musiche, il produttore Alexis Dantec per Les Films du Losange e Francesca Cima e Carlotta Calori per Indigo Film.

Grassadonia ha aperto la conferenza stampa raccontando su quale materiale si è basata la sceneggiatura: “Lo studio di Matteo Messina Denaro è cominciato un po’ di anni fa. È stato uno studio lungo e un po’ complicato perché a lungo questa figura è stata sottovalutata, non si è capita la reale portata e importanza di questo criminale. Quindi i dati certi dai quali partire per la ricerca non erano tantissimi: c’erano alcune sentenze, alcuni atti giudiziari. Però erano stati trovati un bel po’ di pizzini… Poi ci siamo imbattuti in un carteggio fra Matteo Messina Denaro e un ex sindaco di Castelvetrano, che si è sviluppato tra il 2004 e il 2006 e messo in piedi da servizi segreti con l’obbiettivo di ritrovare le tracce che si erano perse e provare a catturarlo. È un carteggio che si articola in una decina di lettere molto interessantI perché al di là delle poche righe in cui si affrontavano gli affari di Messina Denaro, lui si dilungava parecchio su sé stesso… e poco per volta emergeva il ritratto psicologico di questo strano e infantile narciso… Quindi abbiamo riconosciuto in questo epistolario il seme di una possibile storia”.

Il regista ha spiegato anche come l’arresto del boss latitante ha ridefinito la storia: “Mentre eravamo già in pre produzione, nel gennaio del 2023 è arrivato l’arresto, che ovviamente come siciliani ci ha riempito di gioia… anche se arrivato dopo trent’anni, però va bene! Meglio tardi che mai. Sono cominciati ad uscire più materiali, audio, un po’ di notizie in più… quindi abbiamo iniziato a interrogare il nostro ritratto, la nostra materia con questi nuovi dati che emergevano dalle indagini e dalle intercettazioni”.

I registi siciliani continuano con il loro lavoro iniziato con Salvo e Sicilian Ghost Story ad intaccare e riformulare un immaginario mafioso e siciliano.

Questa volta viene raccontata la latitanza del boss Matteo Messina Denaro interpretato da Elio Germano, che durante la conferenza dice: “è evidente che nella letteratura dei processi dei collaboratori di giustizia si descrive una persona soprattutto per quello che fa, degli atti che ha commesso e per alcune modalità che costruisce un certo tipo di personaggio per quello che ha fatto. Quindi il suo lato umano, cioè che tipo di essere umano è, da dove attinge per poi arrivare a quello che ha commesso, esce fuori dai suoi pizzini… Questo gusto per una esibizione di una cultura, questo tendere a dimostrare e a dimostrarsi di essere superiore agli altri, che è evidente una patologia di tutti i personaggi che sono messi in scena in questa storia… Poi quando sono uscite le prime registrazioni della sua voce, dopo l’arresto, è uscito qualcosa di ancora più inquietante e interessante per me che faccio l’attore”.

Toni Servillo, nel ruolo di Catello, racconta: “Quando ho letto la sceneggiatura e ho letto questo carteggio ho trovato tutto talmente verosimile che si è aperto per un attore un’autostrada di verosimiglianza. Lavorare su un personaggio per un attore che deve recitare è estremamente appassionante. Catello è un saltimbanco assediato dalla disperazione che utilizza strumenti di una cultura da preside di provincia, da piccolo amministratore locale per accettare questo rischio, mettere a posto la sua condizione di chi è appena venuto fuori da un carcere, patteggiando con gli apparati dei servizi segreti la cattura di Matteo Messina Denaro”.

Piazza sul rapporto con le donne del boss dice: “Il suo rapporto con le donne è uno degli elementi che fa di questo boss una figura peculiare. Perché siamo abituati all’immaginario dei boss sposati con i santini nelle tasche e apparentemente casa e chiesa. Matteo Messina Denaro non si è sposato ed era noto per i suoi rapporti con le donne. Nel film entrano indirettamente. Entra questo tema come uno dei motivi di contrasto tra lui e suo padre, che è il rapporto che noi abbiamo deciso di mettere a fuoco in quanto riteniamo che in quel rapporto si nasconda un patriarcato patologico che non può che dare frutti malati. Quindi il rapporto padre figlio è centrale nel film e le donne entrano come motivo di contrasto nel passato… C’è una figura molto presente nella sua vita di quel momento che è la donna che gli dà ospitalità interpretata da Barbora Bobulova”.

Proprio Bobulova riguardo al suo personaggio afferma: “Quando ho ricevuto le pagine per fare il provino per questo ruolo ero un po’ perplessa perché sapevo che si trattava di una storia molto circoscritta in Sicilia e quindi io ovviamente pensavo che uno dei miei limiti era quello di fare un film che si svolge da Roma in giù… Ho fatto una mia proposta perché io credo che Lucia sulla carta era un personaggio, come spesso le donne lo sono che racchiudono tantissimo mistero, che Lucia poteva essere fatta in tantissimi modi… Aveva talmente tanto mistero in sé”.

Daniela Marra che nel film veste i panni di Rita Mancuso, altro personaggio femminile, dice: “Non c’era da parte di Fabio e Antonio un riferimento a un personaggio preciso, a una persona realmente esistita… Ho fatto un lavoro che partiva dalla sceneggiatura, da quello che volevano raccontare di questo personaggio, anche dal punto di vista del vestiario e di codici di comportamento necessari che probabilmente ricordano più un maschile in termini di forza e determinazione, acquisiti per una necessità di sopravvivenza all’interno di un mondo”.

Germano chiude la conferenza stampa dicendo: “Raccontare la piccolezza di due esseri umani che si sentono superiori agli altri. Fanno una gara di affabulazione reciproca, di farsi vedere che sono superiori, che tutto intorno a loro è una cosa che non vale niente… ma ripeto questa è una patologia di cui soffrono un po’ tutti i personaggi nel film e forse di cui soffriamo un po’ tutti noi italiani in qualche modo”.

Il film uscirà nelle sale dal 10 ottobre con 01 Distribution.

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