Venezia 81- Leone d’Oro alla carriera 2024. Incontro con Sigourney Weaver

L’attrice Sigourney Weaver sbarca al Lido per ritirare il suo Leone d’Oro alla carriera. L’incontro con i giornalisti: tra l’amore per il cinema italiano, i suoi ruoli iconici e gli inizi.

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Prende il via l’ottantunesima edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Tra gli eventi più attesi nella cerimonia di apertura, c’è sicuramente la consegna del Leone d’oro alla carriera all’attrice Sigourney Weaver, il tenente Ellen Ripley della saga Alien di Ridley Scott.

L’attrice fa il suo ingresso in sala accolta dall’entusiasmo e dagli applausi dei presenti. L’evento è moderato da Giulia D’Agnolo Vallan che le pone la prima domanda sulla passione per questo mestiere, cosa la spinga a continuare. “Sono stata così fortunata ad aver ricevuto tutte queste storie di cui volevo far parte. Tutti i film che ho fatto sono diversi tra loro e quindi penso ‘perché dovrei fermarmi? è così eccitante!’. Ho almeno altri due Avatar da fare.”

Sigourney Weaver, che sullo schermo ha portato un bel po’ di personaggi impattanti, si dice molto contenta del fatto che oggi le donne possano recitare ruoli interessanti in tutte le fasi della loro vita senza essere marginalizzate e ridotte allo stereotipo della suocera rompiscatole.

Appare visibilmente commossa parlando della grande influenza e ispirazione che i suoi personaggi hanno e hanno avuto sulle donne di tutto il mondo. L’importanza della rappresentazione che permette l’autodeterminazione e la consapevolezza di poter essere qualsiasi cosa.

Dice: “Mi viene sempre chiesto perché interpreto donne forti. Trovo sia una domanda strana, io semplicemente interpreto donne e le donne sono forti. Tutti i giorni sono in prima linea su ogni emergenza, a cominciare dalla crisi climatica. Non si arrendono mai perché non possiamo farlo.”

Racconta poi di come, nonostante la brillante e lunga carriera, gli inizi siano stati incerti e complicati. Il padre era un produttore televisivo, la madre un’attrice, eppure quando hanno saputo che la figlia avrebbe seguito le loro orme, si sono dimostrati preoccupati e dubbiosi. Il successo, arrivato di lì a poco, è stato una sorpresa più per loro che per lei.

Alien, Avatar, ma anche Gorilla nella nebbia che le permette di ricordare il suo impegno per le cause ambientaliste: l’attrice infatti continua a lavorare con la fondazione per la salvaguardia di questi animali che rappresentano un tesoro fondamentale per l’ecosistema del Ruanda.

Ma tornando al Leone d’oro, a Venezia e al cinema, Sigourney Weaver (come spesso accade) cita la filmografia italiana e confessa l’influenza che ha avuto nella sua vita di attrice ma soprattutto spettatrice. Fellini, Antonioni, De Sica, la visione di Divorzio all’italiana. “Nella targa del Leone d’Oro dovrebbe esserci una clausola che dice ‘devi venire in Italia e lavorare con registi italiani’. Il cinema deve così tanto a loro, spero che l’industria continui a finanziarlo perché ne abbiamo bisogno. Quindi: forza cineasti italiani, io sono disponibile.”

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