VENEZIA A HOLLYWOOD

Nona edizione della rassegna dedicata ai film del Festival di Venezia 2004. Dal 16 al 30 dicembre a New York.

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EVENTO PROMOSSO DA:

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI 

DIREZIONE GENerale CINEMA

con il patrocinio della biennale di venezia

 

 

L'Istituzione Roberto Rossellini, che ha curato importanti eventi internazionali legati alla figura del grande regista ed ai cineasti italiani più rappresentativi che appartengono alla nostra tradizione culturale, presenta la 9° edizione di "Venezia a Hollywood" con un programma di film selezionati, come ogni anno, tra gli autori italiani che sono stati presenti alla scorsa Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

La rassegna avrà luogo quest'anno non più nella Città degli Angeli, ma sbarcherà a Manhattan a metà dicembre, presso l'Istituto Italiano di
Cultura e presso la Casa Italiana Zerilli – Marimò della New York University.

I film verranno presentati in edizione originale con copie sottotitolate in inglese e saranno tutti accompagnati da schede di presentazione, materiali audiovisivi, cartelle stampa e materiali video in inglese, incluso il catalogo di presentazione.

Come ogni anno, saranno presenti per i tradizionali appuntamenti e tavole rotonde
esperti di cinema, critici, saggisti, professori e studenti dell'Università di New York.

"Venezia a Hollywood" è un evento di cinema italiano che, oltre al sostegno della Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è realizzato con il patrocinio della Biennale di Venezia in collaborazione con Rai Trade ed altri distributori esteri.

La rassegna si aprirà il 16 dicembre presso la New York University – Casa Italiana Zerilli – Marimò, con la presentazione del film di Michele Placido "Ovunque sei". 

La scelta di presentare per l'apertura della 9° edizione di "Venezia a Hollywood" il film di Michele Placido non è casuale perché l'intenzione era quella di dare una continuità alla selezione operata fin dagli anni precedenti: evidenziare alcuni film italiani particolari nel panorama del programma veneziano che meglio rappresentino la cultura e le tradizioni del nostro paese.

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Placido non è alla prima esperienza, infatti, in una precedente edizione di "Venezia a Hollywood" svoltasi a Los Angeles, aveva presentato il suo "Del perduto amore" che era stato accolto da un unanime consenso di pubblico e di critica.


"Ovunque sei", l'ultimo film da lui diretto, ben si colloca nella linea creativa di un regista interessato ai sentimenti umani, un autore dotato di una particolare profondità popolare che si esprime con uno stile emotivamente forte e caldo.


Quella di Michele Placido è una lunga esperienza a tutto tondo nel mondo dello spettacolo che lo ha visto come attore di cinema protagonista di moltissimi film di successo diretti da maestri del cinema italiano come Francesco Rosi, Mario Monicelli, Marco Bellocchio, Lina Wertmuller; interprete di grandi serie televisive, una per tutte "La piovra" che ha fatto il giro del mondo; infine, non da meno, apprezzato attore di teatro che si cimenta con importanti classici.


"Ovunque sei" è, forse, il film che al recente Festival di Venezia ha fatto più scalpore per aver diviso la critica in due blocchi: gli estimatori che ne hanno apprezzato le qualità stilistiche, la sfida di Placido di riproporre l'enigma pirandelliano del novecento sull'identità nel clima quotidiano piccolo borghese; i detrattori che hanno fatto raffronti con altri film che trattano lo stesso tema come "Ghost", "Il sesto senso" e "Film blu".


Placido, con questo suo ultimo film, mantiene una linea di coerenza artistica dimostrata fin dalla sua prima esperienza da regista cinematografico, e, la sua intenzione, sia che trovi giudizi positivi o negativi, è quella di immaginare la possibilità di fermare quel brevissimo attimo che c'è fra la vita e la morte che costringe ogni uomo a fare i conti con sé stesso e con le proprie relazioni affettive.


Placido e Stefano Accorsi si ritrovano ancora insieme, l'uno direttore l'altro diretto, in un felice sodalizio che li aveva già accomunati in un altro film, "Un viaggio chiamato amore", che narra le vicende tumultuose del tormentato scrittore Domenico Campana.


"Ovunque sei", dopo un fortissimo epilogo, mette a fuoco la fragilità del protagonista, Stefano Accorsi, con le donne che gli sono a fianco: la moglie, Barbara Bobulova, attrice tra le più quotate d'oggi e l'amata di un giorno, Violante Placido, attrice emergente di spicco, in un ruolo delicato e molto intenso.


Nei giorni immediatamente successivi, presso l'Istituto Italiano di Cultura si potranno vedere : "Come inguaiammo il cinema italiano" di Ciprì e Maresco, un film sulla carriera del celebre duo comico- Franco Franchi e Ciccio
Ingrassia – con testimonianze, immagini d'epoca, in una ricostruzione del mondo di ieri reinventato dai registi palermitani; "Colpi di luce" di Steve della Casa e Matteo Spinola, uno spaccato tra gli anni '50 e '60 che con documenti d'epoca rappresenta atteggiamenti pubblici e privati di tre regine del cinema italiano Anna Magnani, Sophia Loren e Gina Lollobrigida; "Cuoco contadino" di Luca Guadagnino, presenta un grande chef – Paolo Masieri – nella sua dimensione creativa in una affascinante Liguria; "L'ora della lucertola" di Mimmo Calopresti, una lunga confessione del maestro ottantaseienne del decollage, Mimmo Rotella, che si racconta tra l'ironico e l'esistenziale; "Gabbiani" di Francesca Archibugi, film collettivo realizzato dalla regista con gli allievi del secondo anno del Centro Sperimentale di
Cinematografia su Il gabbiano di Cechov; "La vita è breve, ma la giornata è lunghissima" di Pellegrini e Zanasi, "Un silenzio particolare" di Stefano Rulli, "Languore" di Cristiano Anania, "Il resto di niente" di Antonietta De Lillo, film sulla figura fragile e coerente di Eleonora Pimentel Fonseca eroina, suo malgrado, durante la rivoluzione napoletana del 1799; "Occhi di cristallo" di Eros Puglielli, un thriller tutto italiano ambientato in una città monumentale non identificabile; "Volevo solo dormirle addosso" di Eugenio Cappuccio, film sulla moderna condizione esistenziale dove il rischio
diventa condizione del protagonista, un manager trentenne che lavora in una grande multinazionale.

"Venezia a Hollywood" anche quest'anno con i film selezionati cerca di trovare un fil rouge che attraverso la finzione cinematografica evidenzi i sentimenti e le condizioni esistenziali dell'uomo d'oggi.

La rassegna, nell'intento di promuovere il cinema italiano
di qualità in America, rappresenta ogni anno un importante meeting point della cultura italiana a confronto con quella americana ed internazionale.

 

 

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