Venezia Cinema Italiano III

Venezia Cinema Italiano III, organizzata dalla Biennale in collaborazione con l’Ambasciata d'Italia in Brasile, con gli Istituti Italiani di Cultura di San Paolo e Rio de Janeiro e con il Consolato d’Italia a Recife, si svolgerà dal 22 al 29 novembre a San Paolo, dal 28 novembre al 4 dicembre a Rio de Janeiro, dal 6 al 12 dicembre a Brasilia e a Recife dal 30 novembre al 4 dicembre

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Fondazione La Biennale di Venezia
Per il terzo anno La Biennale arriva in Brasile con la rassegna Venezia Cinema Italiano III
 
La Fondazione La Biennale di Venezia e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica proseguono anche nel 2007 il progetto culturale internazionale che negli ultimi anni ha promosso e diffuso il cinema italiano nel mondo. Quest’anno, dopo il successo delle edizioni del 2005 e 2006, una selezione di film della 64. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica diretta da Marco Müller sarà presentata in Brasile nell’ambito della terza edizione della rassegna Venezia Cinema Italiano, in programma tra il 22 novembre e il 12 dicembre 2007.
 
Grazie alla collaborazione istituzionale tra la Fondazione veneziana, l’Ambasciata d’Italia in Brasile e il Ministero degli Esteri, viene confermata la vocazione della Biennale come battistrada multiculturaleesi consolida l’attività di promozione internazionale del cinema italiano. Una via che la Biennale e la Mostra hanno intrapreso nel 2004 con la retrospettiva della Storia segreta del cinema italiano – presentata in alcune delle capitali mondiali della cultura (New York, Londra, Parigi, Tokyo) – e sviluppata successivamente attraverso la rassegna Venezia cinema italiano, lanciata nel 2005 e nel 2006 in Brasile e proposta poi anche in Russia (2006).
 
Venezia Cinema Italiano III, organizzata dalla Biennale in collaborazione con l’Ambasciata d'Italia in Brasile, con gli Istituti Italiani di Cultura di San Paolo e Rio de Janeiro e con il Consolato d’Italia a Recife, si svolgerà dal 22 al 29 novembre a San Paolo, dal 28 novembre al 4 dicembre a Rio de Janeiro, dal 6 al 12 dicembre a Brasilia e – novità rispetto alle precedenti edizioni – a Recife dal 30 novembre al 4 dicembre, con la proiezione dei seguenti film della 64. Mostra: Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati (Concorso Venezia 64), L’ora di punta di Vincenzo Marra (Concorso Venezia 64), Hotel Meina di Carlo Lizzani (Evento Fuori Concorso), La ragazza del lago di Andrea Molaioli (22. Settimana Internazionale della Critica), Non pensarci di Gianni Zanasi (Giornate degli Autori – Venice Days), Valzer di Salvatore Maira (Giornate degli Autori – Venice Days) e Strategia del ragno (1970)di Bernardo Bertolucci (Fuori Concorso – Leone d’Oro del 75°), il capolavoro che il regista presentò nel 1970 a Venezia e che quest’anno è stato riproposto dalla Mostra, nella nuova versione restaurata dalla Cineteca Nazionale, nell’ambito degli eventi per celebrare il Leone d’Oro del 75° a Bertolucci.
L’evento, realizzato grazie al sostegno di TIM Brasil, sarà presentato dall’Ambasciatore d’Italia in Brasile Michele Valensise, dal Direttore organizzativo del Settore Cinema della Biennale Luigi Cuciniello e avrà come ospite straordinario – in occasione dell’inaugurazione a San Paolo – Luigi Lo Cascio, protagonista del film Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati, presentato in concorso alla 64. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
 
Date della rassegna:
San Paolo: dal 22 novembre al 29 novembre 2007
Rio de Janeiro: dal 28 novembre al 4 dicembre 2007
Recife: dal 30 novembre al 4 dicembre 2007
Brasilia: dal 6 dicembre al 12 dicembre 2007
 
Film proposti:
Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati con Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni, Donatella Finocchiaro.
Vent’anni di vita quotidiana di un mafioso, Saro Scordia, dalla giovinezza alla maturità. Un viaggio attraverso l’esistenza dolce e amara di un uomo che ha fatto la scelta sbagliata. Un grande amore, ribelle, che sovverte tutto. La quotidiana ordinarietà del male contro la “banalità del bene”.
 
L’ora di puntadi Vincenzo Marra con Fanny Ardant, Michele Lastella, Giulia Bevilacqua.
Filippo Costa, giovane agente della guardia di finanza, di modesta estrazione sociale, cova una enorme ambizione che lo tiene a distanza dai suoi colleghi e dalle sue origini. All’inizio pensa di fare carriera all’interno del lavoro che si è scelto, poi però quando si trova a confrontarsi direttamente con la corruzione capisce che può mirare molto più in alto. Nella sua irresistibile ascesa sociale viene aiutato da Caterina, una donna più grande di lui, bella, colta, elegante, molto ricca e molto innamorata. Grazie a lei Filippo entra in contatto con il mondo dell’alta finanza e inizia la scalata a uno stato sociale economicamente prestigioso. Ma per non essere schiacciato dalle ciniche regole di quel mondo, Filippo è costretto ad abbandonare ogni ulteriore residuo di remora umana e morale.
 
Hotel Meina di Carlo Lizzani con Benjamin Sadler, Ursula Buschhorn, Ivana Lotto.
Basato su fatti realmente accaduti, raccontati in un libro di Marco Nozza. Lago Maggiore, settembre 1943. Un gruppo di sedici ebrei italiani, provenienti dalla Grecia, sono ospiti dell’Hotel Meina di proprietà di Giorgio Benar, un ebreo con passaporto turco (cioè cittadino di un paese neutrale). In seguito all’8 settembre, giorno dell’armistizio fra l’Italia e gli Alleati, un reparto di SS capitanato dal comandante Krassler giunge a Meina. Due giovani, Noa Benar e Julien Fendez, sono strappati al loro amore dal brutale irrompere del drappello nazista. Gli ebrei vengono reclusi nell’Hotel e inizia una settimana di attesa, terrore e speranza. È una strana convivenza tra ebrei, ospiti dell’albergo non ebrei e SS. Si discute sulle possibilità di fuga. Gli stessi tedeschi sono in attesa di ordini. Forse anche per loro si sta avvicinando la fine della guerra. Ma poi inizia l’escalation verso la strage. Le SS prelevano gli ebrei a piccoli gruppi e li traducono fuori dall’albergo per interrogarli – così dicono – al Comando della vicina città di Baveno. In realtà li massacrano e poi li gettano nel lago. Risulta vano anche il tentativo di salvarli fatto da una tedesca antinazista collegata a una rete che opera tra Svizzera e Italia. Gli ultimi a finire falciati dalle pallottole naziste sono proprio Julien Fendez, i suoi due fratellini e il nonno. Noa riesce a fuggire col padre, la madre e il fratellino verso la Svizzera , dopo che è risultata vana ogni speranza di salvarli.
 
La ragazza del lago di Andrea Molaioli con Toni Servillo, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Anna Bonaiuto, Omero Antonutti, Marco Baliani.
Una bellissima ragazza viene trovata morta in riva al lago di un paesino di montagna. Si chiama Anna, è fidanzata col giovane Roberto ed ha lavorato a lungo come baby-sitter presso la famiglia Canali, il cui piccolo Angelo è morto per cause non chiarite. Quando si scopre che Anna aveva una neoplasia cerebrale, il commissario Sanzio che conduce le indagini, da poco trasferitosi al nord, pensa che qualcuno l’abbia uccisa per non farla soffrire.
 
Non pensarci di Gianni Zanasi con Valerio Mastandrea, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, Caterina Murino.
Non pensarci è una commedia ambientata a Rimini e sulle colline romagnole. In questo ritratto della provincia italiana contemporanea, in bilico tra la tradizione e le mode in cui si intrecciano le vicende di tre fratelli e della loro famiglia, Michela, una giovane donna un po' particolare ha scelto di lavorare in un delfinario preferendo il contatto con gli animali a quello con gli uomini.
 
Valzerdi Salvatore Maira con Valeria Solarino, Maurizio Micheli, Marina Rocco.
Questo film è stato girato in un unico piano sequenza. Anche le parti in Flash back non interrompono il flusso continuo della narrazione principale, perché simultanee ad essa. Non si tratta di un virtuosismo stilistico, né di una esibizione tecnologica, il film è stato concepito così fin dalla sua prima ispirazione narrativa e musicale. Il Valzer del titolo è quello che viene suonato in scena da un piccolo complesso e che accompagna l’andamento musicale della storia, articolata su due livelli architettonici e narrativi diversi. In un’ora e mezza (il tempo della proiezione coincide con quella dell’azione) la vita di due persone cambia in modo definitivo: ai piani inferiori di un grande albergo, nelle zone di servizio, una giovane cameriera e un uomo si incontrano in una situazione che mette in crisi ogni identità e certezza. La storia di Assunta, di Lucia e di suo padre: un padre crede di incontrare sua figlia dopo venti anni di assenza e trova una ragazza sconosciuta che ha preso la sua identità. Simultaneamente, ai piani superiori, i padroni del calcio si autorappresentano nel cinismo e nell’avidità dei loro gesti, cercando di capire, e arginare, la bufera dello scandalo che si è abbattuta su di loro. Le due storie che marciano parallele, ad un certo punto si incontreranno producendo un corto circuito drammatico. Il piano sequenza lega insieme le storie e le sottostorie in un unico, apparentemente leggero, valzer che diventa così la forma dello smarrimento.
 
Strategia del ragno (1970)di Bernardo Bertolucci con Giulio Brogi, Alida Valli, Pippo Campanini, Franco Giovannelli, Tino Scotti.
Athos Magnani arriva a Tara, paesino della bassa padana, per indagare sulla morte del padre, di cui porta il nome. Per gli abitanti di Tara, Athos padre è un eroe della lotta al fascismo, ucciso perché con altri aveva preparato un attentato dinamitardo contro Mussolini. Il giovane Athos incontra Draifa, l’amante ufficiale del padre e i suoi tre amici: l’assaggiatore di culatelli Gaibazzi, Costa, proprietario di una sala cinematografica, e il maestro elementare Rasori, nonché uno dei nemici, il latifondista ed ex fascista, Agenore Beccaccia, accusato, tra l’altro, di essere il responsabile dell’assassinio del padre. Draifa e i tre amici rievocano in una serie di flashback l’estate del ’36, il progetto dell’attentato al duce, il fallimento di questo a causa di una spiata, e di come il traditore, Athos Magnani padre, si sia fatto uccidere dai compagni. Athos Magnani è stato un traditore o un eroe? Athos figlio rinuncia a capire e decide di ripartire ma pare che a Tara, ormai da tempo, non passi alcun treno.
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