#Venezia72 – Il thriller boscaiolo di Daniel Alfredson. Il regista parla di Go With Me

Il regista svedese del secondo e terzo capitolo della saga Millennium ha presentato oggi il film, presentato fuori concorso, con Anthony Hopkins (ache produttore) e Julia Stiles.

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Non c’erano Anthony Hopkins e Julia Stiles ma ad accompagnare oggi il cineasta svedese Daniel Alfredson c’era uno dei protagonisti, Alexander Ludwig, in occasione della presentazione, fuori competizione, di Go With Me. Ambientato nella comunità boscaiola del Nord Ovest statunitense, il film vede protagonista una giovane donna (Julia Stiles) perseguitata da un ex poliziotto diventato ora un pericoloso stalker (interpretato da Ray Liotta) che agisce indisturbato nel luogo. Non potendo contare sull’aiuto dello sceriffo, la ragazza non intende scappare ma opporsi direttamente al criminale e per raggiungere il suo obiettivo ottiene l’aiuto di un ex taglialegna (Anthony Hopkins) e il suo assistente (Alexander Ludwig).

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anthony hopkins in go with meIl film, adattamento del romanzo del 2008 di Castle Freeman jr., può essere anche interpretato come la rivisitazione di un western classico. E il regista del secondo e terzo capitolo della serie Millennium tratta dai romanzi di Stieg Larrson (La regina dei castelli di carta e La ragazza che giocava con il fuoco) ha confermato questa lettura: “Si, l’idea era di Anthony Hopkins. Solo che si tratta di una sorta di western con un’ambientazione moderna. Ho pensato inizialmente a Clint Eastwood ma poi ho voluto lasciar perdere questo riferimento per realizzare il film come l’avevo in testa”. Anthony Hopkins è anche produttore del film ed è al secondo film con il regista dopo Kidnapping Freddy Heineken, realizzato quest’anno, dove interpreta il famoso magnate della birra che viene rapito. Ma non ci sono state interferenze “Ad Anthony Hopkins piace occuparsi esclusivamente del suo personaggio e ci comincia a lavorare già alcune settimane prima delle riprese del film. Avendo 78 anni ha anche bisogno di tempo per digerire il copione”. Sull’ambientazione ha sottolineato le analogie con quelle del suo paese: “Anche in Svezia abbiamo molte foreste e sono posti dove è facile òerdersi”. La maggiore difficoltà della lavorazione era quella “di concentrare tutto nell’arco temporale delle 24 ore. Abbiamo girato il film in 7 settimane, anche con delle condizioni climatiche a volte proibitive quando c’era la neve”. Infine, sulla scelta di Julia Stiles: “La mia idea era quella di lavorare sul personaggio di una ragazza normale che avesse una certa cosapevolezza del male nella nostra esistenza. Penso che Julia abbia fatto un lavoro fantastico soprattutto per il modi in cui si è impadronita del ruolo”.

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